autoritratto di ermenegildo agazzi

Agazzi Ermenegildo (1866-1945). Biografia.

Mapello 1866 - Bergamo 1945

agazziErmenegildo Agazzi nacque il 24 luglio 1866 a Mapello da Francesco e Pierina Moscheni, proprietari di un'osteria.

Nel 1871 la famiglia si trasferì a Bergamo dove, nel 1885, si iscrisse all'Accademia Carrara diretta, allora, da Cesare Tallone.

Nel 1888, a 22 anni, richiamò l'attenzione con alcune opere di innegabile eccellenza, quali "Il Fortino di Bergamo" e "La Rocca di Bergamo".

Si trasferi, quattro anni più tardi, a Milano dove stava imponendosi la pittura Divisionista rappresentata da Segantini, Previati, Morbelli e Pellizza da Volpedo.

Per niente interessato alla nuova corrente artistica Agazzi limitò le sue relazioni a pochi artisti che, come Filippo Carcano, si riunivano talvolta al Biffi.

Il suo primo ufficiale riconoscimento giunse nel 1900.

Con una semplice figura di uomo a mezzo busto, inviato a Parigi alla Mostra Universale, ottenne la medaglia d'oro per la sua solida costruzione e per la sua singolare forza espressiva.

Sempre nel periodo milanese gli venne assegnata una medaglia d'oro all'Esposizione Internazionale di Bruxelles nel 1910 e il premio Fornara nel 1928.

Ma il premio di cui andò  maggiormente orgoglioso fu la medaglia d'argento al Premio Internazionale di Parigi nel 1935.

Ottenne il riconoscimento con il famoso quadro "I Pesci" che destinò in seguito all'Accademia Carrara.

Nel 1938 il Ministero dell'Educazione nazionale di Roma conferì la medaglia d'oro all'opera "Ritratto dell'architetto Gattermayer" esposta alla Mostra Interprovinciale del Sindacato Belle Arti di Milano.

La notorietà di Agazzi divenne quindi sempre più ampia e la sua attività fu seguita ed illustrata da celebri critici del tempo.

Nel 1942 fece ritorno a Bergamo a causa dei bombardamenti aerei sulla capitale lombarda.

Si occupò personalmente del trasporto delle proprie opere da Milano a Bergamo. Qui continuò a dipingere avendo come temi preferiti le nature morte e le composizioni.

Anche nei ritratti era possibile ritrovare la vigoria del maestro.

In questi ultimi infatti, permanevano le doti del valentissimo colorista.

Così si può dire del ritratto a grandezza naturale ed a figura intera della signora Civetta-Carminati.

Ermenegildo Agazzi morì il 15 ottobre 1945 ucciso a scopo di rapina.

 

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sorbi-raffaello-autoritratto

Sorbi Raffaello(1844-1931). Biografia. Quadri in vendita.

 

sorbi-raffaello-biografia-quadri-in-venditaRaffaello Sorbi nacque il 26 febbraio a Firenze da Andrea, pittore e copista e Erminia Aglietti.

Avendo dimostrato sin da giovanissimo una spiccata inclinazione per la pittura, il padre decise di iscriverlo all'Accademia delle Belle Arti dove seguì i corsi di pittura.

Nel 1861 presentò al concorso triennale "La morte di Corso Donati" vincendo il primo premio.

Due anni più tardi partecipò  a una borsa di studio a Roma con il dipinto "Savonarola che spiegala bibbia ai monaci e ad amici nel Convento di S. Marco"; pur essendo il vincitore ne rifiutò l'assegnazione, preferendo rimanere nella sua amata Firenze.

Qui, frequentando saltuariamente  il Caffè Michelangiolo, conobbe gli artisti macchiaioli dai quali venne influenzato in alcuni lavori eseguiti all'aperto.

Nel 1872 firmò un contratto con il famoso mercante parigino Goupil che si assicurò la quasi totalità della sua produzione per ben sette anni.

Seguirono numerose partecipazioni ad esposizioni italiane e ai salon parigini.

Nel 1903 vinse una medaglia d'argento all'Accademia di Belle Arti di Firenze con "Idillio romano".

Nel 1927 partecipò all'Esposizione Nazionale a Palazzo Pitti con "La Muscia e l'aratro".

Tre anni più tardi realizzò per l'amico Enrico  Piceni il dipinto "Omaggio a De Nittis", uno dei suoi ultimi lavori.

Raffaello Sorbi morì  infatti a dicembre nel 1931.

 

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Lessi-Tito-foto

Lessi Tito (1858-1917). Biografia. Quadri in vendita.

Firenze 1858 - 1917

Lessi-Tito-biografia-quadri-in-venditaTito Lessi nacque il 9 gennaio 1858 a Firenze.

Qui, dopo aver seguito all'Accademia i corsi dei maestri Enrico Pollastrini e Antonio Ciseri,  Tito Lessi frequentò lo studio di quest'ultimo acquisendo una vasta cultura artistica ed un'ottima tecnica.

Conosciuto inizialmente come acquerellista, si ricordi a tale proposito L'anticamera del Papa, Tito Lessi si dedicò ben presto ad una pittura di genere e d'impronta storicista che nel  1884 gli vale un invito dal noto mercante d'arte Sedelmayer a Parigi.

Qui rimase fino al 1896 ed eseguì le opere più importanti della sua carriera: Galileo e Viviani , esposto  nel 1893 al Salone dei Campi Elisi e premiato con medaglia d'oro, L'entrata del Delfino, Il testamento, I bibliofili.

Ottenne numerosi altri riconoscimenti a livello internazionali a Monaco di Baviera e a Lipsia.

Rientrato a Firenze continuò a lavorare inviando nella capitale francese le tele più significative e esibendo le altre in alcune mostre annuali fiorentine.

Risalgono a questo secondo periodo L'uscita del Cardinale, Paolo Toscanelli e gli ambasciatori del Portogallo, La prova della Messa in Vaticano, La fucina dell'armaiolo, etc.

Negli ultimi anni della sua attività si dedicò all'illustrazione del Decamerone, pubblicato dall'Alinari nel 1915.

Si tratta di 100 tavole eseguite in sei  anni di lavoro continuo.

Sebbene vissuto in un'epoca di grandi rivoluzioni artistiche, fu sempre disinteressato al gusto del pubblico, rinunciando così a quella popolarità che avrebbe meritato.

Tito Lessi morì  a Firenze il 16 febbraio 1917.


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Crema quadri in vendita

Crema Giovanni Battista (1883-1964). Biografia. Quadri in vendita.

Giovanni Battista Crema nacque a Ferrara il 13 aprile 1883.

Manifestando fin dall'infanzia una naturale predisposizione alla pittura, il padre, avvocato, lo mandò a lezione dal maestro  ferrarese Angelo Longanesi.

Nel 1899 si trasferì a Napoli per iscriversi all'Accademia di Belle Arti.

Qui ebbe come insegnanti Domenico Morelli e Michele Cammarano.

Alla morte di Morelli, nel 1901, decise di passare all'Accademia di Belle Arti di Bologna dove seguì i corsi di Domenico Ferri.

Nel 1903 Giovanni Battista Crema  si stabilì a Roma con la madre.

Il primo quadro di impegno, presentato nel 1905 all'Esposizione di Belle Arti a Roma, fu il trittico L'istoria dei ciechi dolorosa.

Il discreto successo ottenuto da parte del pubblico romano, amante dei soggetti sociali, non gli valse tuttavia l'ammissione al Pensionato artistico.

Il successo sperato arrivò nel 1907 con la mostra personale di 12 opere all'esposizione annuale della Società amatori e cultori di Belle Arti.

Seguì un periodo molto fecondo in cui espose a Milano, Torino (Quadriennale, 1908), Rimini (Club Lido, 1908), Buenos Aires (Esposizione internazionale, 1910), Barcellona (Esposizione internazionale, 1911) e a Roma (Esposizione internazionale, 1911).

Nel 1914 la Società amatori e cultori di belle arti gli dedicò una nuova mostra personale.

Durante il  primo conflitto mondiale Giovanni Battista Crema fu arruolato come tenente di fanteria; le ferite riportate gli procurarono  un'invalidità permanente.

La dolorosa esperienza bellica gli ispirò, negli anni successivi, varie opere tra cui La vampata (Municipio di Napoli) e Reticolati sotto il San Gabriele (Roma, Ministero delle Poste). Richiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale, ebbe il compito di raffigurare scene di battaglia.

Si ricordano, a questo proposito, la Battaglia navale dell'11 febbraio 1942 e Siluranti all'attacco, entrambi esposti alla XXIII Biennale di Venezia del 1942.

Nel 1946 morì la moglie Luisa Tucci, conosciuta durante gli studi all'Accademia di Belle Arti di Napoli.

Quattro anni dopo  prese parte alla Giuria Internazionale della Mostra Mondiale di Arte Sacra a Roma.

Sette anni più tardi  la morte del figlio lo spinse ad allontanarsi completamente dalla vita pubblica.

Giovanni Battista Crema morì   a Roma nel 1964.

 

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Cesare-Ciani-autoritratto

Ciani Cesare (1854-1925). Biografia. Quadri in vendita.

Cesare-Ciani-biografia-quadri-in-vendita

Cesare Ciani nacque a Firenze nel 1854.

Terminò gli studi tecnici nel 1875 e completò nei tre anni successivi il servizio di leva.

All'età di ventisei anni iniziò a frequentare i corsi di Giuseppe Ciaranfi e di Giovanni Fattori presso l'Accademia di Belle Arti .

Il 1886 fu un anno cruciale per l'affermazione e la diffusione al grande pubblico dell'identità artistica di Ciani.

La vittoria riportata al concorso di pittura  indetto dalla stessa accademia inaugurò, infatti, anche l'inizio della sua stagione espositiva.

Quell'anno oltre a partecipare alla Promotrice di Firenze, fu presente a quella di Genova con Il ciabattino.

All'Esposizione Universale di Parigi del 1889 ottenne una menzione speciale con il ritratto dal titolo La vedova, esposto l'anno precedente al Circolo Artistico fiorentino.

Nella sua ricca produzione prevalgono paesaggi animati con scene di gusto verista, trattati con una evidente densità materica e contraddistinti da una attenzione alle variazioni tonali e luminose.

Lavorò in Liguria dipingendo dal vero paesaggi ripresi a Riomaggiore, a Portovenere e a La Spezia.

Dipinse, inoltre, a Livorno, all'Isola d'Elba e a Viareggio.

Tra i suoi clienti, il collezionista Emanuele Rosselli per il quale, oltre al ritratto, eseguì alcuni studi del mercato.

Nel 1900 dopo la presenza, unitamente a Signorini, Fattori e Cannicci, alla mostra di Monaco con due dipinti:  In giardino e Contadina toscana, si unì al gruppo dei pittori "rivoluzionari".

Questi erano capeggiati da Ghiglia, Lloyd, Costetti e De Carolis e nel 1904 dettero vita alla Secessione di Palazzo Corsini.

Da allora partecipò solo a rassegne indette dalla Società Promotrice fiorentina, ad eccezione di una presenza nel 1908 a quella di Torino.

Amico di Diego Martelli e di Matilde Gioli Bartolommei, Ciani fece parte di quel circolo di amici che, periodicamente, si riunivano presso le loro dimore.

Del critico e della sua compagna Teresa Fabbrini, realizzò i rispettivi ritratti, attualmente conservati alla galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti.

Cesare Ciani morì  a Firenze il 13 febbraio 1925.

 


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ANTOLOGIA CRITICA: Cesare Ciani: un artista "non allineato"

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Cavaglieri Mario (1887-1969). Biografia. Quadri in vendita.

mario cavaglieri - Copia

Mario Cavaglieri nasce a Rovigo nel 1887. La famiglia era israelita.

A Padova, dove vive tra il 1900 e il 1917, frequenta lo studio del pittore Giovanni Vianello, conoscendovi Felice Casorati.

Non ancora ventenne, nel 1907, è presente alla mostra Società Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma e, due anni più tardi, a Ca’ Pesaro, dove esporrà assiduamente fino al 1925.

In seguito al soggiorno parigino del 1911, partecipa con una certa regolarità alla Biennale di Venezia.

L’intensa attività espositiva del secondo e terzo decennio, che fra l’altro registra la sua presenza a Milano, nelle edizioni della Permanente del 1914 e 1915 e alla Galleria Pesaro nel 1920, è premiata con il successo di critica e pubblico.

Tra il 1921, anno del matrimonio con Giulietta Catellini, e il 1925 soggiorna a Piacenza, per poi trasferirsi a Pavie-sur-Gers, in Guascogna, dove trascorrerà, alternando soggiorni in Italia e Francia, il resto della propria esistenza.

Nel 1948, 1950 e 1952 partecipa alla Biennale di Venezia.

Il riconoscimento più importante gli viene tributato nel 1953 con un’ampia antologica alla Strozzina di Firenze.

Mario Cavaglieri muore  a Pavie-sur-Gers il 23 settembre 1969.


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Previati Gaetano (1852-1920). Biografia. Quadri in vendita.

gaetano-previati-biografia Gaetano Previati nasce a Ferrara il 31 agosto 1852.

Inizia gli studi all'Istituto Tecnico cittadino abbandonandoli  quattro anni.

Decide infatti di   seguire, alla   locale Scuola di Belle Arti, i corsi di pittura e disegno tenuti da Giovanni Paglierini e Girolamo Domenichini.

Dopo il servizio militare si trasferisce  a Firenze dove frequenta per alcuni mesi l'Accademia sotto la guida di Amos Cassioli.

Nel 1877, grazie a un sussidio dell'Amministrazione provinciale di Ferrara (alla quale, in segno di riconoscimento, donerà il dipinto Belisario in atto di chiedere l'elemosina)  s'iscrive all'Accademia di Brera, seguendo le lezioni di Giuseppe Bertini.

In questo periodo si dedica anche alla scultura e intreccia amicizie con altri allievi di Bertini tra cui Leonardo Bazzaro, Filippini e Amerio Cagnoni.

Nel 1879, con Gli ostaggi di Crema vince,  per la pittura di storia,  il premio della Fondazione Canonica bandito dall'Accademia di Belle Arti di Brera.

Nello  stesso anno partecipa al concorso triennale di pittura riservato agli allievi dell'Accademia.

Il tema scelto dalla commissione riguarda un episodio della storia medievale di Roma: Una pia donzella ai tempi di Alarico difende dalla rapacità di un Goto gli arredi sacri affidati alla sua custodia.

Il dipinto di Previati suscita poco interesse sia perchè offuscato dal grande successo ottenuto da Gli ostaggi di Crema, sia perchè il premio viene assegnato al dipinto del collega Cesare Tallone che presenta forti analogie iconografiche con il suo.

 

Due anni dopo, stabilitosi a Milano frequenta i circoli della Scapigliatura, i cui aderenti sono in contrasto con la cultura tradizionale.

Partecipa all'esposizione nazionale con Abelardo ed Eloisa, La porta dell'harem, Preferenze e Cristo Crocefisso, suo primo dipinto di soggetto sacro.

Intensifica la partecipazione alle rassegne pubbliche, mostrando interesse per la corrente Divisionista.

Nel 1890 sposa la modella Leonilda Baldassini; a distanza di un anno nasce il primo figlio Carlo seguito, tra il 1895 e il 1901, da Flaminio e Alberto.

Sempre nel 1890 inizia a lavorare alla grande tela della Maternità (Banca Popolare di Novara), primo capolavoro della svolta Divisionista.

Nel 1901 la Biennale di Venezia gli dedica un'intera sala nella quale sono riuniti 32 lavori.

E' questo il risultato dell'impegno propositivo del critico Vittorio Pica e dell'organizzazione di Alberto Grubicy, impegnato a promuovere la pittura di Previati anche all'estero.

Tra le opere esposte  le due versioni del Re Sole, Farfalle, Uva, Pianticella, Bambino che suona e il disegno Paolo e Francesca.

Nel 1902 alla Quadriennale di Torino presenta le 14 tele  della Via Crucis e partecipa alla Grosse Berliner Kunstaustellung.

Nello stesso anno figura con 39 pezzi tra olii e disegni in una collettiva organizzata da Alberto Grubicy al palazzo della Società di Belle arti di Milano.

Prendono parte alla rassegna a favore dei restauri del Castello Sforzesco Gola, Conconi, Tominetti, Fornara , Minozzi, Maggi, Ravasco, Gottardo e Mario Segantini.

Nel settembre-ottobre del 1907, al "Salon des peintres divisionnistes italiens", organizzato dalla Galleria Grubicy e dalla sezione parigina della società Dante Alighieri, espone 28 opere.

Nel 1910 è nominato Commendatore della Corona d'Italia in occasione dell'Esposizione di duecento opere di Gaetano Previati nel Palazzo della Società per le Belle Arti di Milano.

L'anno dopo viene fondata la "Società per l'Arte di Gaetano Previati" gestita da Alberto Grubicy e da un numero ristretto di azionisti.

Nel 1915 muore la moglie, il figlio maggiore si arruola volontario mentre l'altro, anch'egli partito soldato, muore prima di raggiungere il fronte.

In seguito a questi lutti familiari si ritira nella cittadina ligure di Lavagna.

Gaetano Previati  muore il 21 giugno 1920.

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ANTOLOGIA CRITICA: Focus su Gaetano Previati,


ettore tito in una foto

Tito Ettore (1859-1941). Biografia. Quadri in vendita.

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Ettore Tito nacque   a Castellammare di Stabia il 17 dicembre 1859.

Con la madre e i fratelli si trasferì nel 1867 a Venezia.

Qui  frequentò l'Accademia di Belle Arti dall'età di 12 anni grazie alle sue straordinarie capacità artistiche.

Suoi maestri furono Giulio D'Andrea, Napoleone Nani e Pompeo Mariani Molmenti.

Nel 1876 si diplomò a pieni voti.

Negli anni successivi, con il compagno di studi Pietro Fragiacomo, dipingeva dal vero traendo ispirazione dalle calli veneziane, dai sestrieri e dalle isole più lontane.

Nel frattempo strinse amicizia con Cecilia Van Haanen che, insieme a Ludwig Passini e Eugenio De Blaas rappresentavano gli stranieri le cui vedute di Venezia erano molto apprezzate all'estero.

La sua prima partecipazione all'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Brera fu nel 1882 dove espose Fondamenta di Venezia.

Tra il 1885 e il 1889, probabilmente con l'aiuto di Molmenti, cominciò a frequentare il salotto dei conti Nicola e Angelo Papadopoli.

Eseguì  numerosi ritratti delle signore di famiglia (Dama in rosa, Le gemelle Vera e Magda bambine etc.) e caricature di familiari e dei loro ospiti.

La sua prima partecipazione straniera fu all’Esposizione di Berlino del 1886.

Divenne  professore di figura  all'Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1895.

La  sua presenza alle Biennali veneziane fu costante.

Nel 1895 infatti  presentò Processione e La ruota della Fortuna, un'opera simbolista che creò scandalo per il sensuale realismo dei nudi.

Sei anni piu tardi presentò  Biancheria al vento, Chioggia e Sulla diga, opere dal solare carattere mediterraneo.

L'anno successivo nacque  il primogenito Mario che diventerà collezionista delle opere del padre riacquistandole dopo la sua morte.

Quattro anni dopo, in occasione dei festeggiamenti per l’apertura del nuovo valico del Sempione,  Milano dedicò al pittore la sua prima sala personale a un'esposizione di Belle Arti.

Tra le opere esposte  si ricordi il celebre ritratto della moglie, L'Amazzone, che lo fece ammirare come ritrattista.

A questo si aggiunse una grande tela rappresentante una scena bacchica, Baccanale,  acquistata poi dalla Galleria d'Arte Moderna di Milano.

Un’opera simile fu dipinta nello stesso periodo da Tito nella sala da pranzo della propria dimora.

 Nel 1907 il mercante Ferruccio Stefani organizzò una personale a Buenos Aires.

Lo fece così conoscere ad acquirenti argentini tra cui il Museo di Buenos Aires che acquisterà nel 1922 la Deposizione.

Nel 1927 lasciò l'insegnamento accademico avendo così più tempo per dipingere e suonare il pianoforte.

La passione per la musica entrò anche a soggetto dei quadri e infatti disegnò spesso situazioni musicali (Canzone triste, Preludio, Musica, Sarabanda).

Ettore Tito morì a Venezia  nel 1941 per una grave infezione.

 

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induno gerolamo foto

Induno Gerolamo (1825-1890). Biografia. Quadri in vendita.

induno gerolamo gia okGerolamo Induno nacque nel 1825.

Fratello minore di Domenico fu allievo di Luigi Sabatelli all'Accademia di Brera tra il 1839 e il 1846.

Coinvolto in prima persona nei moti antiaustriaci del 1848, al ritorno delle truppe di Radetzky dovette lasciare Milano.

Insieme a Domenico, si rifugiarono in Svizzera.

Si trasferì poi a Firenze dove si arruolò come volontario contro i francesi per la difesa di Roma sotto la guida del generale Giacomo Medici.

Prese parte inoltre alla difesa di Roma assediata dai francesi.

Qui eseguì una serie di appunti raffiguranti i compagni, la gente comune e le azioni di guerra dai quali poi avrebbe tratto i famosi dipinti dedicati ai temi risorgimentali (Ciociara ferita da una bomba, La difesa del Vascello, etc.).

Nel 1855 partecipò insieme al fratello all'Esposizione Universale di Parigi.

Qui critici autorevoli tra cui Théophile Gautier apprezzarono le sue opere.

Nel 1859, alla prima esposizione braidense seguita alla liberazione della Lombardia, si presentò con dieci dipinti che spaziavano dal ritratto alla veduta, al tema di generee ala quadro risorgimentale; un vasto repertorio con il quale Gerolamo si presentò anche a Firenze nel 1861 ottenendo con "La battaglia di Magenta" la medaglia d'oro cui rinunciò per solidarietà con gli artisti non premiati.

La sua fortuna fu sempre legata ai soggetti risorgimentali, alle battaglie e ai temi d'intimità domestica.

La grande facilità di esecuzione lo spinse, nei primi anni Settanta, a importanti imprese decorative come il sipario del testro di Gallarate e le pitture per i nuovi ambienti della stazione di Milano.

Nel frattempo aumentò la sua presenza a mostre italiane e internazionali.

Nel 1873 partecipò all'Esposizione Internazioanle di Vienna, quindi nel 1877 a quella di Napoli poi a Torino (1880), Milano (1881), Roma (1883), Venezia (1887).

Gerolamo Induno morì  il 19 dicembre 1890.

 


CATALOGO OPERE: Pescarenico,  Presso Cervara

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Autoritratto di Giorgio Kienerk

Kienerk Giorgio (1869-1948). Biografia. Quadri in vendita.

kienerkGiorgio Kienerk nasce il 5 maggio 1869 a Firenze.

Appena tredicenne comincia a disegnare sotto la guida di Adriano Cecioni da cui riceve i primi insegnamenti di scultura.

Dopo la morte del maestro frequenta lo studio di Telemaco Signorini che lo invita ad esplorare l'ambiente naturale dipingendo all'aria aperta nella zona di Campo di Marte e a Settignano.

Viene inoltre ammesso alla Società Promotrice di Belle Arti di Firenze.

Nel 1888 è in contatto con la cerchia dei pittori livornesi e in particolare con P. Nomellini, R.Panerai, F.Fanelli, L. Tommasi,  con i quali frequenta la Trattoria Volturno di via San Gallo, quartier generale dei discepoli di Lega.

Nel 1895 viene eletto membro della giuria incaricata al conferimento dei premi all'Esposizione di Belle Arti di Firenze.

Espone alla Promotrice fiorentina, all'Esposizione di Belle Arti di Livorno, all'Esposizione Nazionale di Belle Arti di Torino, al Salon de la Libre Esthètique di Bruxelles, alla IV Biennale di Venezia e in molte altre rassegne internazionali.

Nel 1903 si trasferisce a Parigi dove è invitato al Salon du Champ de Mars e vince un concorso di manifesti artistici.

Sedici anni più tardi si sposa  con Margherita Marcacci, conosciuta a Pavia e comincia a trascorrere lunghi periodi estivi nella casa di Fauglia; suoi vicini sono le famiglie Gioli e Tommasi.

Qui si ritirerà temporaneamente  nel 1943, per fuggire alla guerra, con la famiglia.

Quattro anni più tardi allestisce alla Galleria del Bramante di Milano una personale di 40 dipinti.

Giorgio Kienerk muore il 15 febbraio dell'anno successivo nella sua casa di Fauglia.

 

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