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Lionne Enrico (1865-1921). Biografia. Quadri in vendita.

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 Enrico Lionne, al secolo Enrico Della Leonessa, nacque a Napoli nel 1865.

Iniziato all'arte dal concittadino Enrico Fiore, allievo del Morelli, frequentò l'ambiente artistico napoletano di Piazza Dante, dove erano soliti incontrarsi scrittori, giornalisti e critici, da V. Pica a M. Serao.

Iniziò a lavorare come illustratore a "Il Caporal Terribile", "Capitan Fracassa", "Don Chisciotte" e "Tribuna mensile" e, dal 1885, al "Corriere di Roma".

Trasferitosi quell'anno nella capitale esordì nel 1895 alla Mostra degli Amatori e Cultori con il ritratto di Arnaldo Vassallo (famoso giornalista noto con lo pseudonimo di Gandolin).

Due anni dopo partecipò alla Biennale di Venezia con il Ritratto della Signora Dall’Oppio mentre nel 1899 espose Nella Campagna romana,ripresentato nel 1904 agli Amatori e Cultori con il titolo I grassi e i magri.

La sua partecipazione alla Biennale fu costante fino al 1910.

Si intensificò nelle edizioni del 1912 e 1915 presentando più opere.

Nel 1911 all’Esposizione Internazionale di Belle Arti presentò tre puntesecche e tre dipinti ad olio tra cui vale la pena di ricordare Fuori Porta San Giovanni.

Questa infatti fu acquistata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ma, durante un deposito temporaneo presso il Governatorato di Tripoli del 1923, fu smarrita.

Nel 1912 fu presente a Roma in occasione della Mostra del Ritratto al Circolo Artistico e nella quattro mostre della Secessione  dove partecipò con i dipinti Violette del 1913 e Fiori dell’anno successivo.

Nel 1915  ottenne un medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale di Belle Arti di San Francisco.

Enrico Lionne morì  nel 1921.

 

CATALOGO OPERE:

Figura femminile con copricapo 

Ritratto di Violette

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Levy Moses (1885-1968). Biografia. Quadri in vendita.

 

 

mose-levy-quadri-in-venditaMoses Levy nasce a Tunisi il 3 febbraio 1885.

Compie i primi studi alla scuola italiana di Tunisi e al Lycée Carnot, trasferendosi poi con la famiglia a Viareggio  all'età di dieci anni.

Nel 1900 si iscrive al Regio Istituto di Belle Arti di Lucca dove ha come compagno, tra gli altri,   Lorenzo Viani, borsista comunale.

Nel 1903 si reca a Firenze per frequentare, sempre con Viani, le lezioni della Scuola libera del nudo diretta da Giovanni Fattori presso l'Accademia di Belle Arti.

Il giovane artista entra in contatto con le personalità più rappresentative della cultura  figurativa : Armando Spadini,Libero Andreotti, Emilio Mantelli etc.

Nel 1907 espone alla VII Biennale di Venezia la tempera Raccolta delle olive e cinque incisioni di memoria fattoriana.

L'anno successivo, in seguito alla morte del padre, rientra a Tunisi dedicandosi a soggetti e temi di carattere nordafricano.

Tornato in Italia, dopo aver trascorso sette anni a Rigoli, nell'entroterra pisano, si stabilisce  nel 1918 a Viareggio.

Due anni più tardi  sposa la viareggina Anna Maria Malfatti dalla quale avrà  tre figli.

Partecipa  attivamente alla vita culturale versiliese legando con le personalità artistiche che la animano nei mesi estivi.

Risale alla metà degli anni dieci l'interesse per le Spiaggie, tema che diverrà dominante nella sua pittura.

Nel 1928, dopo una serie di viaggi che lo portano in Algeria, Marocco, Andalusia e paesi nordici, si trasferisce  a Parigi dove apre  uno studio in Rue des Plantes a Montparnasse.

Aderisce  all'École de Paris e viene influenzato dalla pittura di Matisse e dai forti impatti cromatici di Van Dongen.

Nel 1939, a seguito delle persecuzioni ebraiche, Moses Levy si stabilisce  a Tunisi, dove partecipa a numerose esposizioni, in particolare a quelle del Salon Tunisien dove, fin dal 1936, aveva fondato il Groupe des Dix insieme ad Antonio Corpora, Pierre Boucherle  e Jules Lellouche.

Torna in Italia nel 1945 aprendo uno studio a Firenze e partecipando a un'intensa attività espositiva fra l'Italia e Tunisi.

Nel 1962 Moses Levy  si trasferisce definitivamente a Viareggio dove muore il 2 aprile 1968..

 

CATALOGO OPERE:
DUE FANCIULLE ARABE RIDENTI
VIAREGGIO

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Moses Levy opere del 900 in vendita

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Beppe Ciardi autoritratto

Ciardi Beppe (1875-1932). Biografia. Quadri in vendita.

.

Beppe Ciardi quadri in venditaBeppe Ciardi nacque a Venezia nel 1875.

Figlio di Guglielmo, pur avendo intrapreso gli studi di scienze naturali all’Università di Padova,fin dall’infanzia conobbe i segreti della tecnica pittorica osservando il lavoro del padre Guglielmo.

Frequentò l’Accademia di Belle Arti di Venezia studiando figura con Ettore Tito fino al 1899, anno in cui presentò a Venezia Terra in fiore (Udine, Museo Marangoni) e Monte Rosa.

Nel 1894 partecipò alla Triennale milanese con sessanta studi dal vero.

Nel 1900 ottenne a Brera il premio Fumagalli con il trittico La parabola delle agnelle.

L'anno successivo ricevette una medaglia d’oro all’Internazionale di Monaco di Baviera.

Tenne mostre personali a Milano, Firenze, Napoli, Roma, Trieste , Bruxelles e a Liegi.

L'artista trascorse la vita fra Venezia, Canove di Asiago e Quinto.

Profondamente legato, come il padre, alla campagna trevigiana la riprodusse spesso nella sua produzione pittorica. 

Beppe Ciardi alternò infatti all’attività di pittore quella di agricoltore.

La lunga amicizia con V. Grubicy lo avvicinò alla pittura di G. Segantini e al Divisionismo, esperienza che mise a frutto in una sua personale, interpretazione dei soggetti alpestri (Vacche all'abbeveratoio, 1905, Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro; Vacca bianca, 1909, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna).

La Biennale veneziana del 1912 gli dedicò una sala con 45 opere.

Beppe Ciardi morì improvvisamente a Quinto di Treviso nel 1932.

Fu ricordato con una mostra postuma di 27 opere alla Biennale di Venezia del 1935.


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Tedesco Michele (1834-1918). Biografia. Quadri in vendita.

 

“Michele Tedesco nacque, nell'agosto del 1834, a Moliterno, da genitori non doviziosi e per avventura nemmeno concordi: suo padre difatti disertò la casa all'improvviso, vendette alla meglio quanto possedeva, abbandonò la povera moglie e non più ricomparve dopo quell'atto insano.

Il bambino fu accompagnato, in tenerissima età, al vicino villaggio di Spinoso, e lì, dalla madre, affidato a un fratello di costei.

A Napoli, ove lo zio materno s'era fermato e lo aveva richiamato, il giovanetto intraprese i suoi studii artistici, mentre più regolarmente vi andava compiendo quelli letterarii.michele-tedesco-quadri-in-vendita

L'arte cominciò qui a conoscere in casa d'un professor Bova, il quale tuttavia non ve lo potette che solo iniziare: poi lo accolse l'Istituto di Belle Arti, ed egli vi rimase ad apprendere, sovvenuto dalla sua provincia con una pensione che non andava oltre le trenta lire mensili.

Compì all'Istituto tutti gli studii i quali gli bastarono per per­ mettergli di concorrere finalmente al pensionato di Roma.

La rivoluzione del sessanta disseminava, fra tanto, per l'Italia la maggior parte de' suoi compagni: quale andò soldato, quale mutò professione, quale portò altrove, emigrando da Napoli, i suoi ardori, o le indagini sue preferite.

E Michele Tedesco lasciò Napoli anch'egli.

Fu mestieri che egli s'inscrivesse, con parecchi altri, al battaglione delle Guardie Nazionali il quale, appunto, moveva verso Firenze, la città che lungamente egli aveva intuito a traverso i libri e che a momenti gli si sarebbe svelata in tutta la sua suggestiva gentilezza d'arte e di parola, illuminata ancor più dall'entusiasmo patriottico.

Lo aspettava a Firenze l'Abbati; quivi erano già altri amici, quivi altri studii avrebbe completato, quivi il miraggio d'una sorte migliore, d'u più degno e più lieto avvenire.

Fra tanto, l'opera dell'immaginoso e studioso ricercatore s'era pur andata compiendo in una forzata solitudine, e non era stata meno attiva e men degna tra' silenzii malanconici ma ispirativi della campagna ov'egli s'era ritratto, in vicinanza di Careggi.

E fu precisamente l'Anacreonte che, a un tratto, mise in relazione il Tedesco con Giulia Hoffmann, arrivata di fresco dalla Germania a Firenze, ov'ella si proponeva di continuare i suoi studii di pittura.

Due spiriti e due cuori s'intesero.

Firenze e Napoli, così a Michele Tedesco come alla sua signora, hanno, se non precisamente offerto le inspirazioni più numerose e particolari de' loro dipinti, albergato più a lungo la loro fatica.

Così non saprei dimenticare quelle piccole tele fiorentine che intorno al 1864 Michele Tedesco intitolava or Visita alla nutrice, or la Cucitrice, ora Una mattinata alle Cascine- deliziose parentesi alle concezioni dei quadri storici, e opere di grazia e di dolcezza che nell'eclettismo ammirabile d'un artista gentile stanno come quelle opere con cui la sua compagna rientra, sul suo esempio filosofico, nella vita e nelle sue più dolci manifestazioni.”

Michele Tedesco morì nel 1918 a Napoli.

Salvatore Di Giacomo, Giulia Hoffman Tedesco, Michele Tedesco, L'Opera, 1915

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Pirandello Fausto (1899-1975). Biografia.

 

Fausto Pirandello nacque nel 1899 a Roma.

Figlio del celebre drammaturgo Luigi e di Maria Antonietta Portulano, manifesta interesse per la pittura già in ambito familiare.

Nel 1917 Fausto deve interrompere gli studi classici a causa della chiamata alle armi; scartato per motivi di salute potrà dedicarsi all’attività artistica.fausto-pirandello

Dopo il 1918, su suggerimento del padre, frequenta per un certo periodo lo studio dello scultore prussiano Sigismondo Lipinski.

Nel 1920 segue i corsi della scuola libera del nudo.

I primi lavori realizzati risalgono al 1920 ed esprimono uno stile vagamente secessionista.

Esordisce nel 1925 alla III Biennale romana e l’anno successivo si presenta alla Biennale di Venezia con il dipinto Bagnanti.

Nel 1927 trasferendosi a Parigi ha la possibilità di studiare direttamente le opere Cèzanne e dei Cubisti oltre ad entrare in contatto con il gruppo degli Italiens de Paris (Severini, Tozzi, de Chirico, Savinio, Campigli, Paresce, Magnelli, De Pisis) .

Al 1929 risale sua prima personale alla Galerie Vildrac di Parigi.

Nei primi mesi del 1931, dopo una sosta a Berlino e una mostra a Vienna (Galleria Bakum), Pirandello è di nuovo a Roma .

Abiterà in un appartamento collegato allo studio grazie a una ripida scala in legno raffigurata nel celebre dipinto La scala (1934).

L’importante mostra personale alla Galleria di Roma nel 1931 inaugura una nuova intensa stagione espositiva.

Tre anni più tardi il padre Luigi riceve il Premio Nobel per la Letteratura.

Tra il 1935 e il 1939 partecipa a numerose rassegne anche oltre oceano.

Partecipa, inoltre, all’attività del gruppo “Corrente” .

Nel 1938 inaugura una personale di disegni alla "Galleria della Cometa", presentato da Corrado Alvaro; nel 1942 espone alla Galleria di Roma e presso la galleria di Ettore Gian Ferrari a Milano, iniziando un rapporto di collaborazione che durerà per tutta la vita.

Tra le occasioni espositive del dopoguerra possiamo ricordare la vasta antologica all'Ente Premi Roma nel 1951 e la sua prima personale negli Stati Uniti del '55 alla Catherine Viviano Gallery di New York.

Nel 1956 riceve la medaglia d’oro come benemerito della cultura e dell’arte dal Presidente della Repubblica Gronchi.

Negli anni Sessanta riceve ancora numerosi premi per la sua intensa attività artistica: il Premio Michetti nel 1964 e tre anni più tardi il Premio Villa.

Fausto Pirandello muore nel 1975.

 

 

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Donne sulla scala

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Soffici Ardengo (1879-1964). Biografia. Quadri in vendita.

Soffici-Ardengo-quadri-in-venditaArdengo Soffici nacque a Rignano sull’Arno nel 1879.

Trascorse l’infanzia a Bombone e, da sempre appassionato di arte e letteratura, si divertiva a dipingere e a scrivere versi e poesie.

Nel 1893, si trasferì con la famiglia a Firenze.

La morte del padre, avvenuta poco dopo,  lo costrinse ad impiegarsi presso un avvocato come "giovane di studio".

Furono anni difficili per l'artista anche se non abbandonò la sua naturale vocazione.

Due anni più tardi si iscrisse all'Accademia di Belle Arti fiorentina e poi alla Scuola del Nudo dove erano maestri Giovanni Fattori e Telemaco Signorini.

Qui potè conoscere Giovanni Costetti, Armando Spadini, Giuseppe Graziosi, Umberto Brunelleschi, Valmore Gemignani e Cesare Vinzio.

In quello stesso periodo partecipò alla creazione di un giornale letterario La Fiamma di cui uscirono solamente tre numeri.

La lettura di Flaubert, Baudelaire e Verlaine fecero nascere in lui il desiderio di visitare la Francia.

Nel novembre del 1900 si recò, dunque, a Parigi con Costetti e Brunelleschi rimanendovi per sette anni.

 Si mantenne vendendo ai giornali francesi disegni umoristici e nel frattempo visitava il Louvre e gli altri musei francesi per arricchire le proprie conoscenze.

Qui entrò in contatto con Picasso, Apollinaire e i poeti Simbolisti.

Rientrato da Parigi nel 1903 conobbe Giovanni Papini, direttore della rivista Leonardo.

Con lui e Prezzolini fondò La Voce, rivista  di rinnovamento culturale e civile.

Di qualche anno più tardi è la rivista  futurista Lacerba creata con Papini.

Risalgono a questo periodo Ignoto toscano, Arlecchino, L'Impressionismo, Chimismi lirici e altri libri d'arte e di critica.

Nel 1913 promosse a Firenze la prima mostra futurista presentando un discreto numero di opere.

Impegnato poi nel primo conflitto mondiale, lasciò una testimonianza in Kobilec-Giornale di Guerra (1918) e Ritirata nel Friuli (1919).

Questi sono considerati dalla critica i libri di guerra più suggestivi.

Sono note le sue collaborazioni al Corriere della Sera e a Il Popolo d'Italia una volta terminato il conflitto mondiale.

Nel 1920 fondò una nuovo foglio chiamato “Rete Mediterranea” attraverso il quale diffuse la propria idea di pittura.

Partecipò alla Biennale di Venezia e nel 1923-'24 lavorò a Roma nella redazione del quotidiano Nuovo paese, organo del partito di Mussolini.

Fermamente convinto degli ideali fascisti firmò nel 1925 il Manifesto degli intellettuali fascisti.

Nel ‘28 pubblicò una raccolta di scritti sull’arte dal titolo: Periplo dell’arte- Richiamo all’ordine.

Aderì al movimento di Novecento esponendo alla I e alla II Mostra a Milano ed a quella del ‘30 a Buenos Aires.

Negli anni Trenta alternò l’attività di scrittore con quella di pittore partecipando a numerose rassegne, tra le quali le Biennali veneziane, dove espose nel 1934 e nel ‘36.

Nel 1938 comparì nel manifesto, firmato da molti intellettuali, che appoggiava le leggi razziali appena emanate.

Risale al 1943 la rivista pubblicata insieme a Barna Occhini dove  manifestò il carattere sociale del fascismo e la fedeltà ai tedeschi.

Dopo la guerra fu internato per collaborazionismo vicino a Terni insieme a Occhini.

Tornato a Poggio nel 1946 riprese a scrivere e dipingere.

Vinse il Premio Marzotto nel 1955 per la pubblicazione dell'opera Autoritratto di artista italiano del suo tempo.

Ardengo Soffici morì  il 19 agosto del 1964 nella sua casa di Vittoria Apuana.


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De Chirico Giorgio (1888-1978). Biografia. Quadri in vendita.

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Autoritratto di Giorgio De Chirico

Giorgio De Chirico nacque a Volos, in Grecia, il 10 luglio 1888.

I genitori erano persone benestanti: la madre Gemma Cervetto, era una nobildonna genovese mentre il padre Evaristo un ingegnere ferroviario.

Al momento della nascita di Giorgio, Gemma ed Evaristo avevano già una bambina, Adelaide, che morì poco prima che nascesse il terzo figlio dei de Chirico, Andrea, nato nel 1891 ad Atene, dove la famiglia si era trasferita.

Giorgio ricevette le prime lezioni di disegno da un impiegato delle ferrovie di nome Mavrudis.

Si iscrisse poi al Politecnico di Atene.

La morte del padre nel 1905 fa decidere a Gemma de Chirico di lasciare la Grecia per trasferirsi a Monaco di Baviera.

Qui il giovane artista frequentò l’Accademia di Belle Arti e conobbe la pittura di Arnold Böcklin e dei Simbolisti tedeschi.

Nel 1909 si trasferì a Milano e dopo circa un anno decise di visitare Roma e Firenze.

Questo viaggio sarà determinante per la nascita di un nuovo sentimento estetico basato sulle impressioni che l’architettura degli antichi edifici è in grado di evocargli.

Nel capoluogo toscano dipingerà la sua prima opera metafisica:L’enigma di un pomeriggio d’autunno.

Nel 1911 è a Parigi dove, con l’aiuto del fratello, riesce ad esporre tre quadri  (L’enigma di un pomeriggio d’autunnoL’enigma dell’Oracolo e l’Autoritratto) al salon d’Automne.

Incoraggiato dalla buona accoglienza ricevuta al salon si presenta al poeta e critico d’arte Guillaume Apollinaire, sostenitore delle tendenze artistiche più rivoluzionarie.

Nello stesso anno, in occasione dell’esposizione di altre tre sue opere al salon des Indépendants viene notato da Pablo Picasso grazie al quale stringe amicizia con Brancusi, Braque, Jacob, Soffici Léger e Derain.

Apollinaire organizza nell’atelier dell’artista una mostra di trenta opere e recensisce de Chirico su L’intransigeant utilizzando il termine “metafisico”.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale i fratelli de Chirico rientrano in Italia per arruolarsi ma entrambi sono dichiarati inadatti alle fatiche del fronte.

Giorgio quindi, ricoverato per disturbi nervosi all’ospedale di Ferrara, vi rimarrà fino alla fine del conflitto facendo la conoscenza di Carrà.

Va poi a vivere a Roma  con la madre e fa la conoscenza di Mario Broglio, giornalista, mecenate e pittore che sta fondando una nuova rivista dal titolo “Valori Plastici”.

L’attività espositiva è intensa e vi affianca anche quella di scenografo: nel 1929 esegue, ad esempio, scene e costumi per i balletti di Diaghilev a Parigi, illustra i “Calligrammes” di Apollinaire e “Mythologies” di Cocteau.

Nel 1935 si reca, con la compagna Isabella Far, negli Stati Uniti per la prima volta.

Qui le sue opere circolavano già da tempo.

Il mercante Julien Levy gli organizza due mostre che ottengono un discreto successo.

Intanto alcuni suoi quadri cominciano ad entrare nei musei: nel dicembre del 1936 il Museum of Modern Art di New York acquista il suo La nostalgia dell’infinito.

Disegna anche illustrazioni per le riviste Vogue e Harper’s Bazar.

Nel 1941 James Thrall Soby pubblica  la monografia The early Chirico dedicata alle opere metafisiche dell’artista.

Rientrati in Italia, vivranno tra Milano e Firenze stabilendosi poi definitivamente a Roma nel 1944. Degli anni Sessanta è quella fase della sua pittura detta “neometafisica”.

Nel 1969  il primo catalogo delle sue opere grafiche.

nel ’70 espone a Palazzo Reale a Milano, nel ’72 a New York.

Giorgio De Chirico muore  a Roma nel 1978 all’età di novant’anni.

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Cecconi-Eugenio-autoritratto

Cecconi Eugenio (1842-1903). Biografia. Quadri in vendita.

 

 

cecconiEugenio Cecconi nacque a Livorno nel 1842.

Terminati gli studi universitari a Pisa presso la facoltà di Legge, fece pratica in uno studio legale fiorentino seguendo nel frattempo i corsi di Enrico Pollastrini all'Accademia di Belle Arti.

Morto il padre nel 1865, lasciò la carriera d'avvocato e tornò a vivere a Livorno per dedicarsi alla pittura, prendendo studio con Adolfo Belimbau.

Conosciuto Diego Martelli, frequentò la sua casa di Castiglioncello cominciando a simpatizzare per la pittura dei Macchiaioli, soprattutto di Giuseppe Abbati per il quale maturò una grande ammirazione.

Predilesse i temi tratti dalla vita popolare e contadina (Macchiaiole di Tombolo, esposto a Milano nel 1872) ai quali si aggiunsero,occasionalmente, soggetti tratti dalla caccia spesso ambientati nella tenuta maremmana dei principi Corsini, la Marsiliana, dove fu spesso ospitato.

Si devono al suo viaggio in Tunisia compiuto con Belimbau nel 1875, gli studi sulla resa della luce e del colore messi poi a frutto in opere come Le cenciaiole livornesi (1880, Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori).

Nel 1881 si trasferì a Firenze eseguendo, tre anni più tardi, l'imponente tela  La caccia al cinghiale nel padule di Burano (Firenze, galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti), resa con una pennellata spigliata di grande impatto visivo.

Tra i luoghi che rappresentarono per lui una vera e propria fonte d'ispirazione vi fu anche Torre del Lago, sulle rive del lago di Massaciuccoli (Lucca).

Nel 1890 collaborò all'illustrazione della prima edizione delle Veglie di Neri di R. Fucini.

Con il passare degli anni la sua attività rallentò notevolmente.

Le uniche rassegne a cui prese parte furono infatti quella di Brera nel 1900 e quella di Torino un anno più tardi.

Eugenio Cecconi morì  a Firenze il 19 dicembre 1903.


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Llewelyn-Lloyd-ritratto

Lloyd Llewelyn (1879-1949). Biografia. Quadri in vendita.

 

Llewelyn-Lloyd-vendita-dipinti-postmacchiaioliLlewelyn Lloyd nacque nel 1879 a Livorno.

Rimasto orfano in giovane età fu affidato allo zio paterno che cercò di indirizzarlo verso un’attività commerciale, osteggiando le sue inclinazioni artistiche.

La sua formazione avvenne quindi inizialmente da autodidatta frequentando  dal 1894 al 1899 lo studio di Guglielmo Micheli, amico di Fattori.

Ciò permise al giovane Llewelyn di stringere amicizia con Oscar Ghiglia,  Romiti, Natali e Modigliani.

Nel 1897 partecipò alla Società promotrice fiorentina con il dipinto Mattino a Calambrone.

Qualche anno più tardi frequentò i corsi alla scuola libera di nudo tenuti da Fattori.

E’ di questi anni l’esperienza divisionista condivisa con gli amici  Discovolo e Lori ; ne sono un chiaro esempio i dipinti I Ponti di Manarola del 1904, Le Gramignaie del 1906, e il trittico Giardino in fiore premiato nel 1908 alla LXI Esposizione annuale di Belle Arti fiorentina.

Nel 1907 si recò, per la prima volta, all’Isola d’Elba.

La bellezza naturale del paesaggio lo porterà a tornarci ogni anno acquistando, nel 1913, una casa a Marciana Marina.

I paesaggi dell’Elba diverrano quindi soggetti privilegiati dei suoi dipinti ( Crepuscolo all’isola d’Elba e Il castagno morto saranno presentati alla I Secessione Romana del 1913).

Negli anni venti partecipò a numerose rassegne  italiane e nel 1929 fu incaricato, insieme a G.A. Sartorio e A. Pomi, di ritrarre le navi da guerra della Marina italiana.

Si imbarcò quindi sul “Quarto” che lo portò in Spagna, Portolgallo e Tripolitania.

I lavori compiuti durante questa crociera furono poi esposti alla III Mostra d’arte marinara a Roma.

Sempre nel ’29 pubblicò a Firenze, con l’editore Nemi, il volume La pittura dell’Ottocento in Italia.

Il decennio successivo lo vide protagonista di numerose mostre allestite nel capoluogo toscano .

Da ricordare anche la realizzazione di cartoni per mosaici destinati a edifici di Hong Kong grazia all’interessamento del figlio William e dell’amico R.Bigazzi, commerciante d’arte italiana in Oriente.

Seguirono gli anni del secondo conflitto mondiale durante i quale visse l’esperienza dei campi di concentramento.

Llewelyn Lloyd morì nel 1949 al termine di una lunga estate trascorsa nell'amata isola d’Elba.


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Tramonto sul tombolo

Panorama di Firenze

Gwendolen in kimono rosso

La spiaggia di Marciana Marina

PRESENTAZIONE SBA DEL 2000

 

 

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Tommasi Adolfo (1851-1933). Biografia. Quadri in vendita.

Livorno 1851 – Firenze 1933

adolfo-tommasi-fotoAdolfo Tommasi nacque a Livorno nel 1851.

Terminati gli studi liceali fu avviato alla pittura paesaggistica da Carlo Markò junior.

Esordì  alla Promotrice fiorentina del 1876 con un Ingresso al castello di Signa.

Sul finire degli anni Settanta, frequentando assiduamente la villa a Bellariva dei Tommasi, conobbe Silvestro Lega che lo influenzò notevolmente nell’evoluzione del suo stile verso forme e temi naturalisti  interpretati con rigore e  severa semplicità (Dopo la brina, esposto a Firenze alla Mostra della Società Donatello, nel 1880).

Nel 1884 presentò all'Esposizione Nazionale di Torino Il fischio del vapore (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), soggetto campestre che esprime chiaramente il disagio dell’uomo di fronte all'arroganza della vita moderna.

Col tempo, i toni delicati della sua tavolozza, abilmente rialzati da effetti di controluce, inclinarono verso effetti luministico-cromatici di natura impressionista.

Partecipò assiduamente alle esposizioni anche con apprezzati acquerelli tanto da vincere nel 1893, con Effetto di neve, la medaglia d’oro all'Esposizione Internazionale di Milano .

Negli anni Novanta  soggiornò spesso nella villa dell'"Ambrosiana",nei pressi di Livorno, dove radunò amici pittori e letterati.

E’ di questo periodo l’inizio dell’amicizia con Giovanni Pascoli per il quale illustrerà, nel 1894, la terza edizione delle Myricae.

Dal 1897 al 1907 fu professore di disegno all'Accademia Navale di Livorno.

Nel 1907 una malattia di carattere nervoso lo costrinse a interrompere l'attività fino al 1912, quando, recuperate le forze, elaborò una nuova tecnica mista di olio e pastello dai risultati vivaci.

Riprese quindi per qualche anno dedicandosi a paesaggi toscani e marine.

Nel 1925 si ammalò una seconda volta, inesorabilmente. Adolfo Tommasi morì a Firenze nel 1933.

 


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