di Silvia Ann Barrilà, da Plus24 – ISole 24 Ore, 22 febbraio 2020

Avvio di 2020 a Londra con aste dominate da garanzie e ricavi ridotti. Previsioni ArtTactic: sentiment positivo

Il 2019 è stato un anno di contrazione per le tre più grandi case d’aste internazionali attive nel mercato dell’arte,- Christie’s, Sotheby’s e Phillips. Secondo l’Istituto di ricerca inglese ArtTactic, le vendite all’asta di opere d’arte dei tre player hanno totalizzato 9,74 miliardi di dollari, pari al 19,8% in meno rispetto al 2018.

Nonostante ciò e nonostante spaventino sia il Coronavirus che la Brexit, il sentiment per il 2020 di 101 esperti tra galleristi, collezionisti, esperti di case e curatori intervistati dall’istituto inglese a gennaio sembra essere positivo. In questa prima metà dell’anno, infatti, potrebbe esserci una ripresa guidata dagli Usa. A New York, che rappresenta il 57% delle vendite all’asta globali di arte moderna e contemporanea , il trend appare positivo al 66% degli esperti, soprattutto in vista di importanti collezioni private che arriveranno sul mercato:  ad aprile da Christie’s  quella di Jayne Wrightsman, vedova del manager del petrolio Charles Bierer Wrightsman, e quella di Marilynn e James Alsdorf, presidente della Cory Corporation di Chicago, da Sotheby’s poi quella della collezionista Virginia Williams da 100 milioni di dollari intermediata dal vicepresidente dell’Art Services di Bank of America Dana Prussian, e poi quella costituita da 65 opere, stimata 700 milioni di dollari dell’imprenditore immobiliare Harry Maclowe e di sua moglie Linda, che dovrebbe essere venduta in seguito al loro divorzio.

Investire nell’Africa

Ma non è solo l’America a far ben sperare. Anche il mercato dell’arte africana moderna e contemporanea continua a rappresentare un’opportunità di investimento. L’attenzione da parte della scena internazionale nei confronti di quest’area continua a crescere, e anche il posizionamento sul mercato secondario è buono grazie alle aste tenute due volte all’anno da Sotheby’s, la prossima il 25 marzo a Londra. Il totale di 31,3 milioni di dollari di turnover d’asta del 2019 rappresenta il 19,4% in più rispetto al 2018 e più della metà degli esperti intervistati da ArtTactic prevede che il trend per i prossimi anni rimarrà positivo. L’alta qualità delle opere e i prezzi contenuti lo rendono un segmento ideale per i nuovi collezionisti alla ricerca di opportunità per affacciarsi a questo mondo.

Anche la Russia e il Medio Oriente hanno assistito nel 2019 ad una crescita delle vendite in asta di arte, rispettivamente del 64,5% fino a 67,5 milioni di dollari e del 26,3% fio a 33,6 milioni, ma il sentiment è diverso. In Russia prevale l’idea del consolidamento del mercato (la fiera di Ginevra sta investendo in questa direzione e organizza a maggio una mostra con opere in vendita), mentre nel Medio Oriente l’outlook è negativo anche a causa dell’impatto della decisione di Christie’s di cancellare il suo incanto di Dubai. La forza trainante dell’incremento delle vendite nella regione nel 19, infatti è stata Tehran Auctions, che ha registrato un più 60,7% nonostante la difficile situazione economica interna, le sanzioni e la crisi con gli Usa.

La paura in Cina

Ma la paura più grande adesso è il Coronavirus, a causa del quale Art Basel ha cancellato la fiera di Hong Kong, mentre Christie’s e Sotheby’s hanno spostato le date degli incanti di Hong Kong  a fine maggio e dell’Asia Week di New York a giugno a causa delle restrizioni legate ai viaggi. Nel 2019, nonostante le proteste, la piazza di Hong Kong si è dimostrata forte. A livello globale è aumentata la quota di mercato dal 15% al 17,8%. Rispetto alla contrazione globale del 19,8%, quella di Hong Kong è stata solo del 5,6% dove il mercato del moderno e contemporaneo è cresciuto del 52,7% rispetto al 2018. Anche nel mercato dell’arte cinese contemporanea Hong Kong si è confermata come la forza trainante : più 62,4% contro la flessione del 4,8% di Pechino. Nel complesso la Cina ha registrato aggiudicazioni dii opere per un totale di 128,1 milioni di dollari, più 14,1% sul 2018, ma il 35% degli esperti prevede ora una flessione (probabilmente sarebbero ancora di più oggi, visto che a gennaio Art Basel HK non era stata ancora cancellata).

Il vicino Giappone e la Corea hanno assistito  ad un aumento delle vendite del 34,6% nel 2019 fino a 119 milioni di dollari, il risultato più alto dal 2016, soprattutto grazie ad alcuni contemporanei giapponesi come Yayoi Kusama e Yoshimoto Nara. Ma c’è incertezza riguardo al futuro: il 28% degli esperti crede che ci sarà un declino (erano l’11% nel 2019), il 38% ritiene che si manterrà stabile, mentre il 34% crede in un incremento (l metà del 2019).

La Brexit

Altro spauracchio, la Brexit. L’incertezza l’anno scorso ha causato una contrazione del 27,4% fino a 849 milioni di Dollari. Ora che la decisione finale è stata presa, più della metà degli esperti prevede che il mercato si stabilizzerà sugli attuali valori (56%), mentre il 28%crede in un calo e solo il 16% nella ripresa. Ne paga il conto anche l’Europa, dove nel 2019 la contrazione è stata del 12,4% fino a 220milioni di dollari (incluse le aste di Christie’s e Sotheby’s a Parigi, Milano e Amsterdam). Sebbene sia il secondo totale più elevato dal 2010 e sia Milano che Amsterdam abbiano visto crescere le quote di mercato (Milano dal 19,7% al 23,3% per un totale di 51,2 milioni di dollari, in aumento rispetto ai 49,6 milioni del 2018), per gli esperti la Brexit è un rischio per il mercato europeo più che un’opportunità. Infatti, solo il 13% crede che il mercato crescerà, mentre per il 58% rimarrà stabile e per il 19% subirà una flessione.

Largo ai giovani

Un’altra tendenza che sembra prospettarsi per il 2020 è il rinato interesse verso gli artisti emergenti rispetto alle blue-chip. Infatti, nel 2019 i giovani talenti hanno fatto un salto del 93,4% negli incanti. Il mercato sembra essere diventato troppo dipendente da pochi artisti top ( i primi 100 della lista di ArtTactic sono solo il 10% del totale degli artisti che vendono all’asta, ma rappresentano l’89%del totale del fatturato), per cui una nuova generazione di collezionisti sembra guardare a un gruppo più giovane e diversificato di artisti, primo segnale di un ricambio generazionale in atto nel mercato dell’arte.