di Marilena Pirrelli, da Il Sole 24 Ore, 13 giugno 2015

Riportiamo il seguente articolo nel BLOG della Società di Belle Arti:

Manca solo il veicolo normativo, che potrebbe essere il decreto Cultura, per far passare una revisione significativa della regolamentazione della cicolazione delle opere d’arte, riforma condivisa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal vertice del Mibact.

Il gruppo d’interesse Apollo 2,- che rappresenta case d’asta internazionali, associazioni case d’asta nazionali, associazione antiquari e galleristi d’arte moderna e contemporanea, associazione librai antiquari e operatori della logistica — ha sollecitato l’inserimento della riforma nella delega di riforma della Pubblica amministrazione (legge Madìa), ma dovrebbe essere presentato in un decreto al consiglio dei ministri entro luglio.

La riforma cambierà la normativa prevista dalla circolare del ministero della Pubblica Istruzione del 13 maggio 1974 e alcuni articoli del Codice dei Beni culturali senza compromettere la funzione di tutela, ma darà respiro al mercato, frenato dalla limitata mobilità delle opere.

Lo ha annunciato giovedì scorso l’avvocato Giuseppe Calabi, in rappresentanza degli operatori, al convegno «Quale tassazione per le opere d’arte? Collezionismo, trasferimenti e mercato: questioni giuridiche e fiscali» all’Università Bicocca di Milano, promosso dal Dipartimento dei sistemi giuridici col coordinamento scientifico di Alessandra Donati.

Quali le novità?

«L’introduzione delle soglie di valore per l’esportazione delle opere (in Europa la soglia per i dipinti è a 150mila euro) e per coerenza anche per le notifiche- spiega Calabi-, la libera circolazione per le opere fino a 100 anni dalla loro realizzazione (dagli attuali 50), un termine obbligatorio alla Pa per emettere la licenza d’esportazione».

Quali le nuove linee?

«Prevedono che il pregio artistico non debba essere criterio sufficiente per bloccare l’uscita dell’opera dai confini-specifica l’avvocato-, ma dovrà essere accompagnato dal criterio di rarità oltre che di pertinenza al patrimonio artistico italiano.

La stessa la rarità sarà declinata su criteri più oggettivi includendo l’assenza di una più opere analoghe in collezioni pubbliche o private, l’origine straniera considerata con estrema cautela, esclusa la possibilità di bloccare opere che si trovino casualmente in Italia».

Altro annuncio fatto al convegno da Patrizia Sandretto Re Rebaundengo la firma del protocollo d’intesa tra 15 fondazioni private e il Mibact per nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato.

I relatori hanno passato in rassegna tutti gli aspetti giuridici e fiscali legati a produzione, possesso, scambio e circolazione delle opere, evidenziando i limiti del sistema italiano (notifica, fiscalità su import, eccesso di burocrazia per il mecenatismo, applicazione del Dds, difficoltà delle donazioni ai musei) e i vantaggi (normativa sulla successione e sul trust, assenza di tassazione del capital gain).

 

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