Altamura Francesco Saverio (1826-1897). Biografia. Quadri in vendita.

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Francesco Saverio Altamura nacque a Foggia nel 1826.

Il padre gli trasmise un forte sentimento patriottico e un elevato senso di bellezza per la natura.

Iniziati con scarso entusiasmo gli studi di medicina, s’iscrisse segretamente all’Accademia di Belle Arti di Napoli dove conobbe Domenico Morelli.

 Il Principe d’Aquila, mecenate e fratello di Ferdinando II di Borbone, acquistò il suo primo dipinto,Cristo e l’adultera, del  1846.

Ebbe poi l’incarico di eseguire un pendant,  a Roma, intitolato Il Profeta Nathan che rimprovera Davide del suo adulterio con Betsabea.

Nel 1847 con  Gli ebrei esuli in Babilonia vinse il premio artistico della città di Roma.

Eseguì numerosi quadri di soggetto religioso, notevole per il sentimento umano che spicca dal viso del Cristo il dipinto Gesù alla Colonna.

Fu membro onorario di tutte le Accademie d’Italia e insegnante all’Istituto di Belle Arti di Firenze.

Coinvolto in una congiura contro i Borboni fu condannato a morte.

La madre ottenne dal principe mecenate un salvacondotto che gli permise di rifugiarsi in Toscana dove rimase per 17 anni.

Qui cominciò a dipingere all’aria aperta con De Tivoli, La Volpe, i fratelli Markò e Lorenzo Gelati.

Di questo periodo sono Il primo passo dell’esuleI sogni dell’esule e, per l’esposizione annuale di Firenze in via Colonna, la tela La figlia di Iefte prima del sacrificio sui monti di Galaad, che fu scelta per essere incisa e donata ai soci.

Tornò a Napoli dopo il 1860 combattendo tra le file garibaldine.

Andò poi  incontro al generale e in seguito diventò consigliere nel primo Municipio dopo la caduta del governo borbonico.

Dipinse in questo periodo il ritratto di Garibaldi che ora si trova nella sala del Palazzo comunale di S. Maria La Nova (Caserta).

Tornato nel 1861 a Firenze eseguì il ritratto di Carlo Troya e la tela Mario vincitore dei Cimbri, quest’ultima realizzata in occasione del concorso di pittura indetto dal Governo provvisorio del Ricasoli, allora governatore del capoluogo toscano.

Nel 1867 presentò Cristo tra i farisei all’Esposizione Universale di Parigi.

 Matteo Schillizzi acquistò poi il dipinto   per la somiglianza degli occhi del Cristo con quelli del fratello Luca.

Si trattenne a Parigi frequentando gli amici De NittisPalizzi, Dalbono e Michetti.

Tornato a Napoli vi rimase fino alla morte.

Francesco Saverio Altamura morì nel 1897.

 

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