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Maestri Italiani dell'Ottocento

Maestri Italiani dell’Ottocento

 

Giovanni Fattori

Buttero con mandria

 

26 dicembre 1993 – 9 gennaio 1994

Galleria Le Muse

Cortina d’Ampezzo


Alberto Pasini

Alberto Pasini

Transito di una carovana attraverso le catene di monti che

separano la Persia dalle grandi steppe del Khorasan , 1859

 

Le Muse Galleria d’Arte

Cortina d’Ampezzo


Oscar Ghiglia Vendita dipinti 800 e 900

Viaggio tra '800 e '900

Oscar Ghiglia Vendita dipinti 800 e 900

Un percorso alla scoperta di dipinti italiani del XIX e XX secolo 

Galleria d’Arte Le Muse

Corso Italia, 21

Cortina d’Ampezzo

Dal 12 febbraio 2021

 

 

 

Su appuntamento

 

Informazioni e prenotazioni:

Società di Belle Arti

Viale M. Buonarroti, 9 – Viareggio

tel. 0584 52030

info@sba.it

www.sba.it


Vendita quadri in mostra all'aria aperta Forte dei Marmi

All'aria aperta. Sguardi d'autore.

All’aria aperta. Sguardi d’autore

2 agosto – 2 novembre 2020

Forte Leopoldo I, Forte dei Marmi

Presentazione della mostra:

“All’aria aperta. Sguardi d’autore” è un viaggio alla riscoperta del paesaggio italiano nella sua identità e bellezza. L’idea di esaltarne l’unicità attraverso un realistico spaccato della società che lo abitava, una società non ancora travolta dalla frenetica corsa al primato, è all’origine del disegno espositivo incentrato su un quotidiano vivo e palpitante, che scorre a diretto contatto con la natura, in momenti di felice armonia.

In equilibrio tra la romantica visione goethiana e il moderno reportage di Guido Piovene sull’Italia degli anni Cinquanta, dove ogni luogo è specchio di una situazione sociale e viceversa, le emozioni degli artisti si traducono in vibranti istantanee di fronte alle quali si ha la sensazione d’immergersi in un mondo carico di nostalgia.

I valori della convivialità e l’incanto di spazi accarezzati dal sole e dal vento in cui l’uomo ritrova sé stesso emergono nella varietà di scene ora cariche di vitalità ed energia, ora dense di lirico silenzio, nelle quali prevale il senso di una libertà senza tempo. Sotto questo aspetto la mostra è quanto mai attuale, conciliando le aspettative del momento con il recupero di un mondo appena alle spalle, che si apre a visioni all’aria aperta a tratti di un’eleganza cosmopolita, a tratti di sapore agreste.

Il percorso, articolato in sei sezioni composte da circa cinquanta opere, è espressione di gusti e costumi diversi, che in mostra dialogano idealmente tra loro.

Da un lato la Toscana campestre e cittadina di Fattori, Signorini, Ghiglia, Nomellini, dei Gioli e dei Tommasi, protagonisti e interpreti di ridenti frammenti di vita evocati con il sentimento e la genuinità della narrativa fuciniana.

Dall’altro l’emancipata società internazionale colta in sereni momenti en plein air da De Nittis e Zandomeneghi, con una novità di linguaggio che prelude all’arte moderna. É il caso di Léontine De Nittis sorridente in un prato di primavera, della giovane parigina assorta nella lettura, della signora con l’ombrellino e di Fernanda Ojetti nel roseto.

Fanno da corollario le limpide marine di Giovanni Boldini e Moses Levy, testimonianze di oltre mezzo secolo di creatività in armonia con il mondo. Emblematico di una serenità, foriera del ritrovato entusiasmo, è Il ciliegio fiorito di Carlo Fornara, un inno alla vita nel segno della continuità e della speranza.


Società di Belle Arti quadri in vendita

Bella Italia

Natale a Cortina d’Ampezzo

26 dicembre – 6 gennaio

Galleria Le Muse,corso Italia 21

Galleria Le Muse, Piazza S. Franceschi 6

 

Società di Belle Arti quadri in vendita

Opere della collezione Querci. Da Fattori a Ghiglia

“Hanno visitato la raccolta Ardengo Soffici con Morandi e Palma Bucarelli”

                                                                                 Giovanni Querci, 1958

 

Se nel panorama dell’industria tessile del primo Novecento il nome di Giovanni Querci brilla per intraprendenza e lungimiranza, in quello del collezionismo s’impone per l’importante raccolta creata approvvigionandosi direttamente dagli artisti. Il valore critico del prezioso compendio è attestato anche dagli illustri visitatori del “Quercetino”, la grande villa presso Filettole nella campagna pratese, vero e proprio museo privato, dove venivano ammessi solo visitatori d’eccezione, tra i quali spiccano alcune personalità del mondo dell’arte e del collezionismo: Ardengo Soffici, Morandi, Pietro Bugiani, il noto restauratore Leonetto Tintori, il barone palermitano Francesco Morra di Capobianco, Palma Bucarelli e Mario Borgiotti. A richiamare una rappresentanza culturale di tale prestigio era, oltre il numero di opere riunite – ben oltre trecento – la concentrazione di lavori riconducibili ad artisti che si caratterizzavano per potenzialità e originalità espressiva. È il caso di Mario Puccini e Oscar Ghiglia, personalità fuori dagli schemi anche dal punto di vista umano, interpreti di una pittura frutto dell’evoluzione più avanzata dell’alveo toscano creatosi attorno a Fattori, presente anch’egli con oltre venti opere.

Parte di una produzione tanto eccelsa è riunita nella mostra Opere della collezione Querci. Da Fattori a Ghiglia, dove a parlare del gusto e dell’intuizione di Querci è una preziosa selezione della quadreria. Non a caso Puccini e Ghiglia prevalgono con paesaggi e nature morte – Castiglioncello e Pagliai al sole del primo, Natura morta con arance e limoni, Magnolia e Natura morta con violino e drappo del secondo – che ne confermano l’idea di una pittura nata da atmosfere rarefatte e spazi di ambito locale, ma di respiro europeo. Si aggiungano alcune tra le testimonianze rappresentative di Fattori, come l’inedito Tamerici, Barche in secco e Paesaggio con bovi, poli estremi di un percorso all’insegna della modernità. A corollario, Sul molo di Lorenzo Viani che tra i primi osa andare oltre la visione del maestro sull’onda delle poetiche e dei drammi del nuovo secolo.


Luigi Nono dipinti in vendita

Luigi Nono. Un capolavoro ritrovato

Inverno 2018 – 2019 a Cortina d’Ampezzo

23 dicembre – 6 gennaio

Il fortunato ritrovamento della magnifica tela due anni orsono in una collezione privata, e la sua presentazione, accanto ai grandi capolavori dell’Ermitage, per la prima volta dal 1886, costituisce la più significativa aggiunta al corpus delle opere di Luigi Nono dall’uscita del catalogo ragionato (2006) e offre lo spunto per ripercorrere la genesi di una delle composizioni più famose del pittore, replicata in altre due versioni.

Il dipinto qui presentato era infatti conosciuto soltanto tramite una fotografia, conservata dagli eredi Nono, regalata dal pittore alla fidanzata, che reca in basso a sinistra il titolo “Le due madri” e in basso a destra la dedica: “Alla gentile Signorina Rina nob. Priuli Bon Luigi IX° 86” (Serafini 2006, vol. 2, n. 371, p. 115).

Luigi Nono dipinti in venditaLa prima versione della composizione risale al 1885 (op. cit., n.337, p.106): esposta alla Irish International Exhibition del 1907, riapparve nel 1930 alla Galleria Lurati di Milano, ed è oggi in collezione privata. Una seconda versione, di ubicazione ignota, è conosciuta solo attraverso una incisione di T. Knesing, pubblicata nel 1896 in un articolo del “Magazine of Art”, che segnala che il dipinto appartiene alla collezione di sir James Bell (op. cit., n. 434, pp. 140-141).

La versione qui presentata, che dalla firma e data per esteso “NONO 1886” possiamo immaginare destinata a una esposizione o a un collezionista straniero, si impone all’osservatore per la qualità della composizione, la delicatezza della tavolozza cromatica, l’intimità della scena.

Sulla balaustra della Madonnina di Chioggia, una mamma con il figlioletto in braccio, accarezza teneramente il piede della statua della Madonna. Ha smesso di piovere da poco, sì che il pavimento mostra ancora evidenti numerose pozze d’acqua, sulle quali il cielo si specchia. Un mazzolino di fiori, coloratissimo, è appeso a una delle lanterne. Sullo sfondo, a coprire e avvolgere tutta la scena, un cielo, che, al tramonto, rischiara e offre campo aperto alle rondini in volo, mostrando al giorno che muore le più delicate tonalità di rosa, di giallo, di grigio, di azzurro.  Ideale prosieguo del Refugium peccatorum (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), nel quale la figura della donna accasciata fa presagire per sè e per il nascituro pene e dolori, Le due madri mostra una seconda parte “lieta” della storia, con la mamma che reca in braccio l’infante, e accarezza con affetto e tenerezza il piede di Colei che ha ascoltato le sue preci.

Le due madri, un felice ritrovamento, un’opera tra le più importanti della maturità di Luigi Nono  che arricchisce la conoscenza della sua produzione, e che si fa particolarmente apprezzare in occasione della celebrazione del centenario della scomparsa del grande artista.

 

Paolo Serafini


Mostre & Eventi

EUGENIO CECCONI

Giornate di caccia e di colore

Forte dei Marmi, 31 maggio - 9 novembre 2025
Forte Leopoldo I

Mostra promossa dal Comune di Forte dei Marmi e dalla Società di Belle Arti, a cura di Elisabetta Matteucci

Cartella Stampa e immagini: www.studioesseci.net
VERNICE PER LA STAMPA:
venerdì 30 maggio ore 11.00

Eugenio Cecconi mostra a Forte dei Marmi estate 2025

Comunicato stampa
I suoi ritratti di cani conquistavano il pubblico. Telemaco Signorini, che di Eugenio Cecconi era amico ed estimatore, osservava: “c’è gente nei cani di Cecconi”, aggiungendo che “quando il Cecconi dipinge un cane ne fa il ritratto morale e fa capire ciò che ha già fatto e quello che sta per fare”.
L’importante retrospettiva dedicata dal 31 maggio al 9 novembre 2025 al pittore amico dei Macchiaioli e promossa al Forte Leopoldo I dal Comune di Forte dei Marmi e dalla Società di Belle Arti, con la curatela di Elisabetta Matteucci, non è riservata però esclusivamente al fedele amico dell’uomo. Attraverso una significativa selezione di dipinti di diversi periodi e generi articolata in sette sezioni ordinate secondo un criterio tematico, essa dà conto delle maestose vedute, delle scene di vita e di caccia in Maremma e della umile, fiera quotidianità dei suoi abitanti. Cecconi amava raffigurare oltre a butteri e cacciatori soprattutto le “fiere donne” impegnate nei lavori domestici e nei campi o dedite a offrire i doni della terra come fienaiole e, più in generale, raccoglitrici, lavandaie, traghettatrici, venditrici di arance e di polli. Grazie al suo pennello ed alla profonda capacità di penetrazione psicologica, ciascuno volto è nobilitato dalle fattezze tipiche di una bellezza etrusca e animato da un’austera dignità, acquisendo così il valore di documento sociale di un’epoca. Un’empatica vicinanza dell’artista si avverte oltre che nell’esecuzione dei ritratti, nell’affrontare scene corali raffiguranti le attività legate al lento succedersi delle stagioni, come la fienagione o le pratiche venatorie. Con spirito antiretorico il pittore fissa sulla tela momenti faticosi della vita contadina e, grazie alla sua abilità pittorica, anche quando alzano al cielo i forconi carichi di enormi fasci di fieno, i contadini paiono impegnati ad eseguire una sorta di coreografia bucolica. Quanto alle scene di caccia, poco hanno da spartire con quelle della pittura ufficiale inglese coeva; più che una esigenza documentaristica, in esse si palesa la partecipazione di chi, in quelle medesime situazioni ha potuto essere tra i protagonisti, restituendone tutta l’eccitazione e la vitalità di un atavico rito sociale condiviso.
“In Cecconi – sottolinea la curatrice della mostra, Elisabetta Matteucci – è evidente un intimo legame con la Natura e in particolare con il genius loci, spirito generatore dello spunto creativo”. È il momento atmosferico a nutrire le prime sezioni dell’esposizione: “Luce dell’Etruria” i cui ritmi antichi di vita contadina, apprezzati in particolare nelle zone limitrofe alla tenuta di Diego Martelli a Castiglioncello o a Ceppato di Lari, dove l’artista si dedica al paesaggio assieme all’amico Francesco Gioli, vengono attentamente registrati e riversati in liriche composizioni quali Il ritorno delle fienaiole e Caccia alle folaghe. A seguire, “Maremma fatale e fatata”, terra incontaminata di forze primigenie, assiduamente frequentata dall’artista nella pratica venatoria. A riprova dell’unione tra pittura e vita, nelle sezioni “Inseguendo la preda” e “Dando la via agli stivali” la caccia emerge non solo come semplice passione privata e condivisa, ma come sorgente principale, non scevra di eco epica, della poetica sia figurativa che letteraria di Cecconi. Tra i leitmotiv pittorici più apprezzati dalla ricercata committenza, essa è variamente declinata, dalle scene più aspre che fotografano la lotta per la vita e definitiva sconfitta della preda, alle sequenze di acceso dinamismo nelle quali la muta di cani si affanna nell’impeto della ricerca e inseguimento, fino alle placide composizioni corali in cui la figura umana si fonde con lo studio paesaggistico e che della caccia sottolineano l’aspetto di forte coesione sociale, illustrando i diversi momenti di partecipazione più estesa quali i preparativi, l’attesa, il viaggio ed il ritorno. La qualità della pittura di Cecconi, nonché l’indipendenza espressiva, emergono ulteriormente nel ritratto, come si apprezza nella sezione “Le fiere donne”, vera e propria galleria di effigi dedicate a queste straordinarie “Madonne delle messi”. La maestria nella gestione delle peculiarità formali di questo genere e nella qualità mimetica raggiunge l’apice nel ritratto canino; così nel nucleo “L’amico fedele” si susseguono le istantanee degli amati compagni di vita e di caccia, colti nella tensione della punta o nella lenta e paziente attesa. La mostra intende mettere in luce aspetti di una personalità complessa: pittore, letterato, poeta e cacciatore ma “soprattutto un’anima sensitiva e operante” come lo ricordò il suo amico Guido Biagi.
Ufficio Stampa
Studio ESSECI di Sergio Campagnolo Tel.
049663499
Referente: Roberta Barbaro
roberta@studioesseci.net

GIOVANNI FATTORI

1825-1908 Il genio dei Macchiaioli

Piacenza, 29 marzo - 29 giugno 2025

XNL Piacenza

Mostra a cura  di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci Giorgio Marini.

In collaborazione con la Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi.

Fattori Piacenza

Moses Levy dipinti in vendita online

Azzurro

ESTATE 2018 CORTINA D’AMPEZZO – Le Muse 2 dal 4 agosto al 2 settembre

Moses Levy, Signore sulla spiaggia, 1921

 

Azzurro come il cielo di un’estate in pieno sole. Sono circa 40 le opere selezionate dalla Società di Belle Arti per la Galleria Le Muse 2 di Cortina d’Ampezzo. Scene cariche di vita e di luce ambientate sulle rive del Mediterraneo da pittori come FattoriSignoriniBoldiniCiardiGhiglia,LloydMoses LevyCarrà, che hanno fissato i ridenti paesaggi marini in un’atmosfera di gioia e serenità.


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