Oscar Ghiglia, Donna allo specchio
1905-1907 

olio su tela, cm 52×63



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Riferibile agli anni tra il 1905 e il 1907, il dipinto ritrae Isa, moglie dell’artista. Si tratta di un’opera difficile da collocare nel percorso di Ghiglia, poiché rivela preoccupazioni estetiche insolite e una maniera pittorica ancora sperimentale, non molto lontana, tuttavia, da quella adottata nell’Autoritratto al cavalletto del 1906, in Riposo del 1906 e in Maternità in un interno del 1907 (il primo pubblicato in A. Marabottini-V. Quercioli, Oscar Ghiglia maestro del Novecento Italiano, in catalogo della mostra Prato, 1996, n. 5; gli altri due in R. Monti-G. Matteucci, in catalogo della mostra Palazzo Ruspoli Fondazione Memmo, I Postmacchiaioli, Roma, 3 dicembre 1993-28 febbraio 1994, nn. 87-88). Il motivo della donna allo specchio, la scelta dei colori intonati su variazioni di nero e ocra, lasciano pensare ad un deciso e motivato avvicinamento dell’artista a tentazioni simboliste intese nella nuova accezione espressionista tipica del primo decennio del secolo. Il paragone corre spontaneo a certi ritratti di Picasso precedenti la svolta cubista, ricchi come sono di ombre profonde e dominanti da sguardi segnati e ipnotici. Nel dipinto sembra inoltra palesarsi un accostamento alle donne maliarde del norvegese Eduard Munch, come del resto anche l’andamento curvilineo della pennellata pastosa pare suggerire. D’altra parte, Donna allo specchio, indica una sintonia d’intonazione con un’interpretazione del ritratto tipica di Lorenzo Viani, espressa in opere significativamente vicine a questa come Moglie di Marinaro (in Monti-Matteucci, 1993, n. 82).
Notevole la ricchezza di riferimenti culturali che il dipinto di Ghiglia riesce ad evocare, così come ci impressiona la singolarità d’approccio al motivo che l’opera rivela: senza dubbio, al di là di ogni raffronto, l’artista esprime nel dipinto quell’inquietudine latente che molte volte lo tormenterà nella sua vita e di cui, paradossalmente, proprio Isa sarà elemento moderatore. Tuttavia l’enigmaticità del tema, certamente avvertibile ad un primo impatto, riesce parzialmente a stemperarsi quando si colga come preponderante la questione formale. A ben guardare, infatti, gli occhi della donna non sono effettivamente percepibili e dunque viene sostanzialmente a mancare ogni diretta espressività dello sguardo. L’artista pare invece principalmente affascinato da due problemi: la resa in superficie dello sfalsamento dei piani insito nel motivo scelto e la difficile orchestrazione dei rapporti luminosi. Così, ci colpisce fortemente, il punto di luce costituito dalla mano guantata che ravvia la coltre scura dei capelli: esso rappresenta il punto più alto nella scala cromatica della tavolozza dell’artista e, posto così in evidenza sulla sagoma nera del vestito, richiama l’attenzione dello spettatore sul piano reale e, quindi, sul gioco di rimandi generato dallo specchio. Rimane comunque da rilevare nel dipinto un aspetto eccentrico e misterioso: se lasciamo volare la fantasia, la sostanziale indistinguibilità tra i contorni della veste reale e quelli della veste riflessa, fanno apparire la cornice dello specchio quasi una finestra tra l’io e il suo doppio, uniti qui in un enigmatico abbraccio.

E. Querci in catalogo della mostra Modenantiquaria, I Postmacchiaioli, Modena, 16-24 febbraio 2002, pp. 94-95, n. 42

 

Esposizioni
Tour Fromage-Musée des Augustin, Prima dell’Avanguardia. Da Fattori a Modigliani, Aosta-Tolosa, 14 dicembre 1985-31 marzo 1986, n. 42; Museo Civico “Giovanni Fattori” Villa Mimbelli, Oscar Ghiglia dal Leonardo agli anni del Novecento, Livorno, 5 luglio-1 settembre 1996, p. 56, n. 24; Modenantiquaria-Padiglione Excelsior, I Postmacchiaioli, Modena, 16-24 febbraio 2008, pp. 94-95, n. 42; Palazzo Strozzi, Percorsi della pittura figurativa del Novecento fra la Toscana e Firenze, 20 maggio-26 giugno 2005, n. 80; Centro Matteucci per l’Arte Moderna, In Toscana all’alba del XX secolo. Una collezione privata, Viareggio, 7 aprile-3 giugno 2012, p. 40

 

Bibliografia
P. Stefani, Oscar Ghiglia e il suo tempo, Vallecchi Editore, Firenze, 1985, tav. XXII; R. Monti-G. Matteucci (a cura di), I Postmacchiaioli, Leonardo-De Luca Editore, Roma, 1991, p. 135, fig. 211; R. Monti, in Pittura & Pittori dell’Ottocento italiano, vol.3, II, De Agostini, Novara, 1997-1998, pp. 230-231; C. Sisi, Motivi e figure nell’arte toscana del XX secolo, Pacini Editore, Pisa, 2000, p. 41; E. Querci in catalogo della mostra (Modena, 2002), pp. 94-95, n. 42.