di Marilena Pirrelli, da Plus24 – Il Sole 24 Ore, 30 gennaio 2016

L´anno record 2014 lo ricordano anche gli operatori, ora con il 2015 alle spalle e i segni  di un rallentamento, il 2016 si presenta con alcune criticità per il mercato internazionale dell´arte. Lo affermano proprio loro, gli operatori, intervistati da Londra dagli analisti di ArtTactic a dicembre e ora a gennaio sulle previsioni future. L´analisi sui risultati passati, condotta da ArtTactic sulle principali case dásta che trattano il moderno e il contemporaneo nel mondo, hanno segnato nei due più grandi mercati d´arte contemporanea, Stati Uniti-Europa e Cina una contrazione del 7,8% delle vendite, con importanti flessioni per l´arte cinese del 41%. “Vi sono stati altri mercati, soprattutto asiatici come l´India, il Sud-Est asiatico e il Medio Oriente – spiega Anders Petterson, managing director  di ArtTactic, – che hanno registrato una crescita del 14,28 e 5% rispettivamente”. Gli  esperti ritengono che nel futuro, anche breve, vi saranno dei movimenti divergenti  tra il mercato globale, in flessione o piatto negli Stati Uniti e in Europa, e alcuni mercati regionali particolarmente effervescenti o fortemente negativi.

Naturale la domanda: dove muoverà i suoi scambi l´arte?

“Oggi il sentimento generale appare meno ottimista rispetto a dicembre, quando le prospettive per sei su otto mercati d´arte regionali venivano giudicate neutrali o positive nei prossimi 12 mesi, con un outlook negativo solo per il mercato cinese e russo” prosegue Petterson.  Da gennaio il pessimismo è cresciuto: pesa prima di tutto l´íncertezza economica, causata dal rallentamento dell´econnomia cinese e dalla caduta del prezzo del petrolio con effetti ribassisti sul mercato azionario. Per la maggioranza, il 62% degli esperti intervistati, a gennaio infatti l´incertezza economica è il più grande rischio  sulle prospettive del mercato del contemporaneo nel 2016, seguito per il 40% dalla tassazione e regolamentazione e per il 33% dalla speculazione.

LA COMPETIZIONE

La rivalità di Christie’s, che ha chiuso il 2015 con un fatturato di 4,8 miliardi di £ in calo del 5% e Sotheby’s si intensificherà nel 2016: il 38% degli esperti (dal 21% del 2015) ritiene che Sotheby’s recupererà la leadership sul post-war e contemporary, persa dal 2012. Non solo è molto probabile che il segmento delle opere oltre il  milione, molto rarefatto e rischioso, non rappresenterà più il target delle case d´asta (nel sentiment è in calo del 21%) a favore di una crescita dei volumi nel core market tra i 100mila dollari e i due milioni per Christie’s e, addirittura dai 25mila al milione per Sotheby’s. Intanto il mercato corre sul web: Paddle8, attestata su prezzi compresi tra mille e 100mila dollari, nel 2015 ha aumentato i ricavi del 100%, una sfida vinta grzie a buyer’s premium si tutte le aggiudicazioni del 15% contro il 25% sotto i 100mila dollari di Christie’s, il 20% tra 100mila e 2 milioni, e del 25% sino a 200mila per Sotheby’s e del 20% tra 200mila e 3 milioni. Più conveniente per il middle market Phillips che richiede commissioni del 25% fino a 50.000 sterline, il 20% oltre i 50.000 e fino al milione  di £ e 12% oltre il milione di £. Insomma la battaglia tra le case d´asta si gioca sui margini da commissione. La corsa alle garanzie ora potrebbe raffreddarsi, la stagione dei saldi è iniziata a novembre: Christie’s ha ridotto il numero  di lotti con un ulteriore raffreddamento dei prezzi, soprattutto nel contemporaneo.

Per la major la Cina si è rivelata un terreno scivoloso, soprattutto l´area continentale: il totale delle vendite nel 2015 di Christie’s, Sotheby’s, Cina Guardian e Poly è sceso del 41%. Pagano dazio le case internazionali nel contemporaneo cinese perdendo il 59% delle vendite, contro il -9% di quelle domestiche, che guadagnano quote e salgono al 52,2%: Pechino si è rivelata una Waterloo per Sotheby’s  con un calo del 69% sul 2014 così come Shangai per Christie’s con -39%.

LE AREE IN CRESCITA

Queste le ragioni dello spostamento  delle case internazionali verso altri mercati asiatici e su artisti provenienti da Giappone, Corea del Sud e Sud Est asiatico. L’india rappresenta uno dei mercati domestici in grande spolvero: + 13,5% grazie alla forte spinta sull’arte indiana moderna e contemporanea di pundole, Saffronart e Christie’s Mumbai. Il Sud asiatico continua a essre uno dei migliori mercati con un +28% per Sotheby’s e Christie’s, domina l’arte indonesiana ed emerge quella filippina  con Singapore rafforzata  da nuovi investimenti in infrastrutture per l’arte come il Gillman Barracks (distretto delle gallerie) e la National Gallery Singapore.

Brillano nelle aggiudicazioni di arte moderna  e contemporanea mediorientale, su del 5%, Sotheby’s(28%) e Bonhams (16%) mentre flette Christie’s: la competizione rafforzerà gli artisti iraniani, libanesi ed egiziani e contribuirà ad ampliare la base dei collezionisti.L’arte latino-americana moderna e contemporanea, nonostante la crisi del Brasile (-14,3%), guadagna in asta l’11%, Phillips continua a conquistare quote su Sotheby’s. L’arte messicana domina le aste (29,2%), gli artisti colombiani sono al secondo posto, al terzo e in crescita i cubani, ma l’incertezza economica pesa sul futuro dell’area.

All’Africa guardano in tanti: gli esperti valutano da neutrale a positivo l’outlook per l’arte africana anche grazie ai livelli d’ingresso interessanti tra i 10.000 e 50.000 dollari. Unica incognita il basso prezzo del petrolio che potrebbe colpire il mercato dell’arte nigeriana. L’oro nero inficia anche le aste di arte russa moderna e contemporanea, crollate del 68% nel 2015, le case d’asta lasciano la Russia. L’outlook è negativo per il 2016 aprendo così la caccia alle opportunità d’acquisto.