Beppe Ciardi, Barca di montoni
1911 

Olio su tela, cm 108,5×168,5
Firmato e datato in basso a destra: “Beppe Ciardi 1911”



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“Come i vecchi marinai, per essere felice, egli ha bisogno di sentire il gran soffio del largo. Ogni suo quadro è per tre quarti azzurro e nuvole e lontani orizzonti: sotto quell’infinità egli pone una casa sola o un breve paese o un albero o una barca o un carro o una mucca o un cavallo, quasi per misurare con queste sole cose che l’uomo ha fabbricate o che l’uomo ha veduto nascere, l’immensità di quei cieli ventosi o di quelli orizzonti lontani, immutabili e indifferenti quando il piccolo uomo nasce e quando muore” (U. Ojetti, Mostra individuale di Beppe Ciardi, in X Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia. Catalogo, p. 40): è una descrizione che ben si adatta alla Barca di montoni, dipinto che ottenne grande successo alla Biennale di Venezia del 1912 e che testimonia nella tematica e nella resa pittorica l’evoluzione del percorso artistico del pittore nel primo decennio del Novecento. E’ impossibile, infatti, separare il nostro dipinto da Traghetto delle Agnelle, titolato spesso La parabola delle agnelle, presentato alla Esposizione della Permanente a Milano nel 1900, dove le venne assegnato il Premio Fumagalli, che è un quadro molto simile al nostro, con una immagine più ravvicinata, la vela più bassa all’estrema destra e il barcarolo in piedi a poppa, che nel titolo palesa la tendenza ad avvicinarsi a tematiche simboliste, che caratterizza l’attività del pittore all’esordio a Venezia. Dopo esperienze che risentono delle influenze del paesaggismo nordico, conosciute ovviamente attraverso le Biennali veneziane, alla fine del primo decennio del Novecento le composizioni di contenuto simbolico si fanno sempre più rare e alla Personale del 1912 alla Biennale Veneziana solo L’isola del silenzio e L’isola della follia possono essere definite tali. E’ pertanto molto interessante che il pittore proponga una variante di una sua composizione precedente, fra l’altro di grande successo, liberandola completamente da ogni valenza simbolista e lasciandola apprezzare solo per il dato naturalistico. E’ importante inoltre chiarire l’equivoco nel quale cade Nicodemi nella sua monografia su Beppe Ciardi del 1942. Quando elenca alcuni quadri successivi al 1905 dice: “…La barca dei montoni (Racc. E. Nulli, Milano) … sono titoli di quadri nei quali contenne i sentimenti più profondi delle sue interpretazioni paesistiche”. Sembra dunque che il nostro dipinto faccia parte della collezione E. Nulli. Tuttavia quando elenca i quadri, nell’indice delle tavole, della Raccolta dell’Avv. Ettore Nulli, troviamo Traghetto delle Agnelle (Premio Fumagalli) olio su tela, cm 76×115. Il Nicodemi confonde dunque il nostro dipinto con Il traghetto delle agnelle, olio su tela, cm 80×120, firmato in basso a sinistra, apparso alla Esposizione della Permanente a Milano nel 1900, dove gli venne assegnato il Premio Fumagalli, e che figura ancora, illustrato, nella Raccolta Gherardi, 1951, n. 108, tav. XX, del quale si è parlato, e che è documentato come appartenuto all’Avv. Ettore Nulli. La confusione si completa poi nelle didascalie delle tavole in bianco e nero dove il nostro quadro figura ancora con un altro titolo Le Agnelle, olio su tela, cm 105×155, alla tavola VI.

Paolo Serafini



Esposizioni

X Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia. Catalogo, sala10, p. 42, n. 22, tav. 85.



Bibliografia
X Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia, in “Illustrazione Italiana”, p. 10 (ripr.); U. Ojetti, La X Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, Bergamo, p. 75 (ripr.);  V. Pica, Artisti contemporanei: Beppe Ciardi, in “Emporium”, vol. XXXVI, n. 211, Bergamo, luglio; G. Nicodemi, Beppe Ciardi, Milano, p. 39, tav. VI.