Banti Cristiano 2

Biografia completa:

1824

4 Gennaio, Cristiano Domenico Banti nasce a Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa. E’ il settimo di otto figli nati dal matrimonio di Stefano Banti, di condizione “bracciante” e di Carolina Cambi “calzettaia”, come riportato dai libri parrocchiali.

1840

Secondo i registri parrocchiali della Chiesa Collegiata di santa Croce, la famiglia non risulta più residente in questa città. Forse in tale anno si trasferisce a Castelfranco di Sotto ( in cui risulta residente nel 1854), dove Stefano Banti sarebbe passato alle dipendenze della Marchesa Maria Ottavia Vettori, propriearia in quella zona di vari possedimenti agricoli. Non è escluso che da allora abbiano inizio quei rapporti di amicizia che influenzeranno in maniera determinante la vita di Cristiano.

1841

Si iscrive all’Imperiale Regio Istituto di Belle Arti di Siena, i cui corsi iniziano a metà novembre. Egli frequenta quello di ornato e di disegno architettonico, tenuti da Alessandro Maffei e Lorenzo Doveri. Passa successivamente alla scuola di pittura diretta da Francesco Nenci, di tendenze neoclassiche.

1848

Vince il primo premio, consistente in 35 zecchini e in un diploma, nel Concorso Triennale della scuola. Il soggetto previsto per quell’anno si rifà alla tradizione artistica senese: Domenico figlio di Pacio colono trovato a disegnare le pecore dal suo padrone Beccafumi, dal quale ne ebbe poi il suo cognome.

1850

4 marzo, morte di Francesco Nenci, coincidente con l’ultimo anno di frequenza di Cristiano Banti all’Istituto di Belle Arti di Siena.

1851

Finiti gli studi, esegue a Santa Croce per la chiesa di san Rocco un quadro raffigurante l’immaginedel santo. Altra opera di argomento religioso è una Santa Cristiana Menabuoi (patrona della città) di cui rimane solo un’incisione. Fra questa data e quella del 1854, è probabile che viva a Firenze, dove si sposerà, senza che di tale soggiorno esista precisa documentazione.

1854

Sposa nella chiesa di San Remigio in Piazza, a Firenze, Leopolda Redi, nata il 26 marzo 1837, figlia di Cesare, impiegato. Testimone alla cerimonia è anche la Marchesa Vettori. E’ nella villa “Il Barone”, a Montemurlo (presso Prato), di proprietà di questa, che la coppia si trasferisce, in attesa di stabilirsi definitivamente nell’appartamento di Piazza Indipendenza, non ancora ultimato.

1855

Sulla base dei propri ricordi, Signorini scrive che a questa data Banti frequenta il Caffè Michelangelo, entrando in rapporton col gruppo di giovani artisti che daranno vita al movimento macchiaiolo.

In data 10 luglio nasce a Montemurlo la primogenita Maria Eva Alaide, che fra gli otto figli sarà quella più strettamente legata alla sua vita.

1856

22 maggio, nasce nella villa di Poggio Adorno (territorio di Castelfranco di Sotto), messa a disposizione dei giovani coniugi dalla Marchesa Vettori, il secondogenito Brunetto, morto poco dopo.

Nella seconda metà dell’anno, la famiglia s’insedia definitivamente nell’appartamento di Piazza Indipendenza, a Firenze. Nello stesso quartiere – il cosidetto “Barbano” – risiedono altri artisti: Pollastrini, Fattori per un certo periodo, e soprattutto il napoletano Saverio Altamura che avrà con Banti legami particolarmente stretti.

Nel giugno di quest’anno arriva a Firenze anche il napoletano Domenico Morelli, sefuito poco da Bernardo Celentano. Questi artisti meridionali influenzano fortemente col loro realismo (hanno avuto anche esperienza diretta dell’Esposizione Universale di parigi del 1855) l’ambiente artistico fiorentino. Il “morellismo” è evidente anche nelle composizioni storiche che Banti inizia a dipingere.

1857

Il 27 giugno nasce il figlio Lionetto. Partecipa all’Esposizione della Società Promotrice di Belle Arti di Firenze con il quadro Galileo Galilei dinanzi all’Inquisizione e ottiene con quest’opera il primo premio. l’interesse suscitato si rivela nell’articolo comparso in un numero della Rivista di Firenze. Dopo questa esperienza Banti non partecipa più a nessuna manifestazione pubblica ufficiale.

1858

Il 7 ottobre nasce il figlio Alfredo. Degas è a Firenze, ospite della zia sposata al barone Gennaro Ballelli, residente nel quartiere del Barbano. Il giovane artista francese, mentre dipinge il famoso Ritratto di famiglia, riceve la visita di Banti accompagnato per l’occasione dal padre di Altamura. E’ lo stesso Banti a rievocare l’episodio in una lettera scritta a Boldini l’11 febbraio 1885.

1860

Il 14 marzo nasce il figlio Arturo. Risalgono probabilmente alla primavera di quest’anno i primi studi all’aperto che Banti, in compagnia del Cabianca, dipinge nelle campagne di Montemurlo. Verso la metà di luglio, i due amici raggiungono Signorini a La Spezia: nascono anche in questo paesaggio le prime ricerche di pittura dal vero, che sviluppano la tecnica della “macchia”. L’attività di gruppo si svolge anche a Montelupo assieme a Signorini, a Stanislao Pointeau e Odoardo Borrani.

1861

Maggio con Cabianca e Signorini, e accompagnato dalla moglie, intraprende un viaggio a Parigi per visitare il Salon.

Fa sosta a Torino ove visita l’Esposizione di Belle Arti; instaura rapporti con gli artisti piemontesi legandosi soprattutto con Ernesto Bertea e Federico Pastoris. Si entusiasma per la pittura di Fontanesi di cui diventerà amico, rimanendone influenzato.

A Parigi ha occasione di vedere le opere della “Scuola del ’30”. Visita la Galleria Louis Martinet, sul Boulevard des Italiens, con opere di Corot, Millet,Dupré e Rousseau. Visita lo studio di Tryon e conosce la puittura di Decamps, nonché il Louvre e il Luxembourg.

Durante l’estate è con la famiglia alla villa del “Barone”.

1861-62

A Montelupo e a Pian Tra Vigne (nella valle superiore dell’Arno) nascono alcuni capolavori, da cui si rivela l’originale interpretazione che Banti dà dell’arte macchiaiola: fra gli altri, le due versioni di Riunione di contadine. Appartengono alla stessa epoca Bimbi al sole, Vecchie mura di Livorno e Signora sula terrazza.

1862

Giunge a Firenze Giovanni Boldini; è probabilmente attraverso Michele Gordigiani che avviene l’incontro con Banti il cui sodalizio e la cui amicizia costituiranno un punto di riferimento essenziale durante il periodo fiorentino del ferrarese. Con Cabianca si reca a Torino per vedere la mostra della Promotrice, acquistando il quadro del Fontanesi Mattino d’Ottobre e quello di Vittorio Avondo nelle pianure lombarde. Continua il viaggio fino a Ginevra per conoscere personalmente Fontanesi da cui acquista altri dipinti.

In quest’anno lavora ad un “quadro dello Strozzi” che secondo quanto riferisce Signorini, nel suo Sommario autobiografico, rimase incompiuto. In società con Nino Costa acquista un busto in terracotta, ritenendolo opera del Quattrocento e pagandolo diecimila lire. La scultura risulterà un falso eseguito da Giovanni Bastianini. Risale probabilmente a quest’epoca l’amicizia con il Leighton che in occasione della sua visita a Firenze si reca a vedere il busto.

1863

Lavora in stretto contato con Costa e Cabianca. All’Esposizione di Torino acquista un nuovo quadro di Fontanesi, L’Aprile. Nasce il quinto figlio Umberto.

1864

Contribuisce in maniera determinante ad organizzare una mostra allestita nelle sale dell’Accademia di Belle Arti di Firenze da un gruppo di artisti, in contrapposizione alla Mostra Annuale della Società Promotrice. Assieme a Borrani, Lega, Signorini, D’Ancona, Gordigiani e Zandomeneghi, è firmatario di una lettera indirizzata a Tamar Luxor e pubblicata sul Corriere Mercantile di Genova; rivendivcando le ragioni della propria attività, rimproverano ai critici di non capire i fondamenti di concretezza realistica su cui si basa la loro ricerca.

1865

Momento d’intensa attività, in cui nasce il nucleo delle opere più legate alla concezione creativa macchiaiola.

1866

Fontanesi è a Firenze. Banti lo ospita nella propria casa al Barbano. Con Signorini, vanno a dipingere nella campagna fuori le mura a lungo le rive dell’Arno.

Nasce il figlio Gino.

1866-67

Stretto sodalizio con Boldini, che alla Promotrice di Firenze espone dei ritratti di una nuova concezione, uno dei quali probabilmente dedicato a Banti.

1867

Su commissione del Banti, Fontanesi dipinge quattro ovali: Crepuscolo nei pressi del torrente Mugnone, Stagno presso Montelupo Fiorentino, Ricordo di viaggio e Fonte nei pressi di Firenze.Fa parte del Comitato incaricato del collocamento delle opere della Società Promotrice.

1868

Viene nominato membro della Società Promotrice.

1870

Viene nominato membro del giurì della commissione della Mostra Nazionale di Parma, assieme a Signorini, Sorbi e Cecioni. I rapporti fra Signorini e Banti, che per varie ragioni sono in questo periodo un pò tesi, s’interrompono anche a causa di una diversa presa di posizione nell’assegnazione dei premi a tale mostra.

Dalla chiusura del Caffè Michelangelo, avvenuta pochi anni prima, i rapporti si allentanoe Banti trascorre sempre più frequentemente il suo tempo nelle ville della Marchesa Vettori: oltre quella del “Barone” e di Poggio Adorno, anche quella di Montorsoli.

In quest’anno lungo soggiorno di Diego Martelli a Parigi.

1871

Boldini si trasferisce a Parigi. Durante i successivi brevi soggiorni in Italia, sarà ospite dell’amico Banti.

1873

Dalla sua corrispondenza con Cabianca, appare il suo atteggiamento critico verso le opere del gruppo di artisti fiorentini, i quali hanno sempre più tendenza ad una ricerca personale e autonoma. Ne risulata anche l’interessamento del mercante parigino Goupil per la sua produzione. Il figlio Arturo studia pittura sotto la guida di Amos Cassioli.

1874

Il 12 novembre, ha luogo a Roma la vendita all’asta dell’atelier dello spagnolo Mariano Fortuny; attraverso l’amico pittore Enrico Pestellini, Banti s’interessa all’acquisto di alcune opere d’arte.

1874-75

Con una lettera da Parigi, Vito D’Ancona sollecita Banti ad inviare sue opere al Salon, dove saranno presenti Francesco Gioli, Giovanni Fattori, Egisto Ferroni, Michele Gordigiani ed Enrico Pollastrini. Banti invece insiste sul suo rifiuto di partecipare a manifestazioni ufficiali.

1875

Maggio, si reca con la moglie a Parigi per vedere il Salon, vi si trattiene circa dieci giorni soltanto. E’ interessato ad acquistare riproduzioni di artisti contemporanei eseguite dal famoso fotografo George Caleb Bingham. Utilizza la tecnica fotografica anche per realizzare i propri quadri.

1875-76

Contribuisce al successo della galleria d’arte che Lega e Borrani hanno aperto in Piazza Santa Trinita, nell’edificio dove aveva la primitiva sede il gabinetto di G. Pietro Viesseux. Vi espone alcune opere fra cui Ragazza che fa la calza, acquistato in seguito dal mercante Luigi Pisani. A proposito di uno studio di contadine , Diego Martelli scrive: “…ci fa vedere che se non fosse il più gran poltrone fra gli artisti italiani potrebbe essere forse il più completo”.

In quest’epoca Banti esegue delle opere (per esempio il Ritratto della figlia Alaide e Tre contadine sedute dinanzi a ad una siepe) che rivelano la sua profonda meditazione sui valori simbolici impliciti allo “studio” delle forme.

1876

30 gennaio, con l’appoggio di Diego Martelli gli artisti fiorentini, fra cui Banti, Fattori e Signorini, durante il comizio artistico tenuto a Firenze, si uniscono alla protesta contro le mostre circolanti organizzate da una giuria su cui influisce il potere centralizzato della capitale.

Gennaio- Giugno, intrattiene una corrispondenza con Serafino De Tivoli che da Parigi invia per la galleria Lega-Borrani due opere che probabilmente è Banti stesso ad acquistare.

E’ membro del consiglio della Società Promotrice di Belle Arti di Firenze.

1877

Con lo scultore Luigi Frullini tenta invano di ridar vita al Giornale Artistico, che ha cessato le sue pubblicazioni dal 1873. A questo proposito scrive, senza esito positivo, a Francesco Gioli.

7 luglio, nasce il figlio Mino Ottavio.

1878

30 Marzo, Diego Martelli si trasferisce per un anno a Parigi, da dove nel mese di Luglio fa mandare da Pissarro a Firenze per la Promotrice due paesaggi, nell’intento anche di informare gli amici artisti fiorentini sulle ricerche degli Impressionisti. In mezzo ad un atteggiamento generale di freddezza solo Lega e Signorini si mostrano interessati.

7 Luglio, muore la Marchesa VEttori. La famiglia Banti ererdita un ingente patrimonio immobiliare, tra cui le ville del “Barone” e di Montorsoli, e quella del Paradisino a Firenze, malgrado le contestazioni della Contessa Caterina Bargagli, figlia della Marchesa Vettori. La villa di Poggio Adorno, presso Santa Croce sull’Ano, resterà proprietà di questa.Egli vive sempre più nelle sue ville, lontano da Firenze. In quest’epoca inizia la serie delle Predone.

1879

Probabile viaggio a Londra, dove vive il figlio Alfredo sposato ad un inglese. Aiuta finanziariamente Adriano Cecioni che sta preparando alcune opere da inviare all’Esposizione Nazionale di Torino dell’anno dopo.

1880

Febbraio, Diego Martelli mette in evidenza l’importanza della pittura impressionista con la conferenza tenuta al Circolo Filologico di Livorno, testo fondamentale nella letteratura artistica europea.

Ha luogo a Firenze l’Esposizione Internazionale dei quadri moderni tenuta dalla Società Donatello. Tra gli artisti stranieri sono presenti Manet, Eva Gonzales e Ingres con Edipo e la Sfinge. A questo Banti s’interesserà anche in seguito, chiedendo da Parigi a Boldini fotografie di sue opere.

1883

Giugno, sulla Gazzetta d’Italia Nino Costa, pubblicando alcuni articoli in occasione della Mostra di Belle Arti a Roma, parla con sottintesa ironia della partecipazione toscana; a proposito di Banti, assente come d’abitudine, lo definisce un “Cincinnato fattore”.

Sostituisce il Barabino nell’amministrazione del Circolo Artistico.

3 Agosto, Adriano Cecioni pubblica sulla Domenica Letteraria di Roma il primo profilo biografico a lui dedicato.

1884

Con alcuni artisti inglesi Costa fonda la cosidetta “Scuola etrusca” che espone alla Grosvenor Gallery di Londra. E’ probabilmente in quest’epoca che Banti vi effettua il suo secondo viaggio.

Viene nominato professore all’Accademia di Firenze, membro della Commissione incaricata del riordinamento degli Uffizi e Cavaliere della Corona d’Italia. Era stato Fattori a fare il suo nome per questa onorificenza.

1884-85

Boldini soggiorna dall’amico alla villa del “Barone”, dove esegue alcuni studi di soggetto agreste e i ritratti di Banti e di Alaide. Nella loro corrispondenza parlano spesso di fotografie di affreschi fiorentini del Quattrocento, che Banti deve inviare all’amico. Chiede in cambio riproduzioni di opere di Degas e di Ingres.

1886

23 Maggio, muore Adriano Cecioni. Banti si adopera per onorare per onorarne la memoria. Dona a Ferdinando Martini il quadro Lavoranti di paglia della Val d’Elsa, adempiendo ad una promessa fatta dal Cecioni.

Nella corrispondenza con Boldini, è portato ad incoraggiare l’amico a concedere meno al gusto del pubblico, e al successo che ne deriva.

1887

13 Agosto, Banti arriva con la famiglia a Londra, trattenendovisi per circa un mese. Fa visita allo studio di Whistler, dalla cui opera rimane colpito, e allo studio di Leighton in Holland Park Road. Questi sta lavorando al quadro Captive Andromache, che lo interessa particolarmente.

Ottobre, Boldini è di nuovo in Italia (dove in Febbraio era già venuto per la prima volta dell’Otello alla Scala). Con Banti e Pestellini, soggiorna a Venezia. Banti s’interessa per acquistargli un fondo agricolo, senza che l’iniziativa abbia un seguito.

1888

Marco Calderini lavora la volume su Antonio Fonatanesi, morto nel 1882, chiedendo a Banti il contributo delle sue informazioni.

Il gruppo degli artisti fiorentini Fattori, Cannicci, Pestellini e Signorini, con l’aiuto di Cabianca che vive a Roma, segnalano Banti per la candidatura a membro della Commissione Permanente di Belle Arti; la nomina risulta impossibile, a causa del ritardo.

1889

Ha luogo a Parigi l’Esposizione Universale. Boldini è nominato membro della sezione italiana e affida a Banti, Signorini e Rivalta l’incarico di scegliere le opere degli artisti toscani invitati. Niccolò Cannicci viene premiato per il quadro Il ritorno dalla festa.

Per questo artista, che ha bisogno di vendere le sue opere, Banti intercede presso Boldini. Non recandosi a Parigi, chiede all’amico una riproduzione dell’Angelus di Millet, di cui si parla molto anche per la somma di 500.000 franchi che il quadro ha raggiunto durante l’anno ad un’asta pubblica.

1891

Trascorre le sue giornate a Montorsoli. La salute malferma lo costringe a rispondere con un rifiuto all’invito fattogli dal Signorini di far parte del giurì per il concorso della Società Promotrice.

1892

Boldini a Montorsoli, ospite di Banti; vi dipinge l’autoritratto che poi donerà agli Uffizi. Una lettera dell’11 Ottobre indirizzata alla moglie del Banti da Roma indurrebbe a pensare che in quel momento i due amici vi hanno fatto un viaggio in comune.

1893

Aiuta il Cannicci a superare delle difficoltà finanziarie.

1895

Pubblicando il Dizionario degli artisti italiani viventi Angelo De Gubernatis dà rilievo alla personalità artistica di Banti.

21 settembre, muore Silvestro Lega e Banti contribuirà generosamente alla realizzazione di un busto in bronzo da porre sulla sua tomba.

1896

20 Novembre, muore Diego Martelli. Viene promossa una sottoscrizione alla quale Banti aderisce con una congrua somma. In seguito ricordando l’amico, egli scriverà: “Gli artisti di una volta debbono molto al nostro Diego Martelli che con la sua influenza seppe incirtarli a nuove ricerche a preparare immensa ribellione”.

1898

18 Gennaio, muore di nefrite la moglie Leopolda Redi, la cui salma verrà tumulata nella cappella di famiglia al “Barone”. Lo stato fisico del pittore si aggrava gradatamente, interessando anche la vista.

1901

In concomitanza con l’uscita del volume su Fontanesi di Marco Calderini, la Biennale di Venezia dedica un’ampia rassegna all’artista emiliano. Anche Banti vi contribuisce, mettendo a disposizione le opere dell’artista che egli possiede.

1902

Anna Franchi pubblica il volume Arte e artisti toscani. La scrittrice mette in evidenza la funzione di protagonista avuta da Banti nel movimento macchiaiolo.

30 Dicembre, muore a 36 anni il figlio Gino.

1903

Boldini viene in Italia con l’intenzione di unirsi in matrimonio con Alaide Banti; inspiegabilmente, rinuncia a questo proposito. Ne deriva una rottura fra i due vecchi amici, mentre Alaide e Boldini manterranno anche in seguito buoni rapporti.

1904

4 Dicembre, morte dell’artista al “Barone” e tumulazione nella cappella di famiglia.

1905

Due mostre contemporaneamente allestite a Firenze, una monografia dedicata alla sua opera, e l’altra dedicata alla sua collezione nell’ambito di una rassegna di Arte Toscana, rendono omaggio a Cristiano Banti.

1908

La Galleria degli Uffizi acquista da Alfredo Banti alcubne delle opere più significative dell’artista. Tra queste la Riunione di contadine, Tre contadine sedute dinanzi ad una siepe e Le predone.

1910

Dicembre, a Milano la Galleria Bastianelli disperde in una vendita all’asta parte della collezione di oggetti d’arte antica e quadri moderni costituita dal Banti.