March Giovanni (1894-1974). Biografia. Quadri in vendita.

Giovanni March nacque a Tunisi il 2 febbraio 1894. A dodici anni, dopo aver perso entrambe i genitori, si trasferì a Livorno.  Per aiutare economicamente la famiglia, lavorò come fabbro, e imbianchino, facendo anche  il pescatore e il commerciante.

Conobbe Ludovico Tommasi  che lo ritrasse in un piccolo bozzetto mentre dipingeva.

Esordì nel 1916 con due disegni Bambina e Contadino in cui sono ben riconoscibili le influenze di Mario Puccini e di Tommasi.

Tra i suoi primi estimatori vi fu il livornese Paolo Fabbrini.

Mentre era al fronte, la sua futura moglie, Amabile Giampieri, dette alla luce il figlio Henry. Rientrato nel 1919 si dedicò completamente alla pittura.

Da quel momento Paolo Fabbrini lo sostenne, acquistando molti dei suoi quadri, come già faceva con Mario Puccini e Giovanni Bartolena.

Grazie a Ludovico Tommasi entrò in contatto con Aldo Gonnelli che, nel 1921,  gli dedicò un’intera mostra nella propria Saletta. Il grande successo di critica e pubblico lo spinse ad andare avanti.

Nel 1922 partecipò alla  Fiorentina Primaverile con Ritratto di vecchio barcaiolo e sei litografie. L’anno seguente visitò per la prima volta la città di Milano in occasione di una personale alla Galleria Vinciana.

Nell’estate del 1924 espose a Bottega d’Arte di Livorno; nella circostanza la prefazione fu curata da Carlo Carrà, mentre due anni dopo, sempre a Bottega d’Arte,  le sue opere vennero  presentate da Enrico Somaré, padre della storia e della letteratura dei Macchiaioli.

Nel 1929 espose al XXXV Salon de Beaux-Artes di Nizza, dove conobbe il Cavalier Marco Battino di cui dipinse un importante ritratto.

L’anno seguente tenne una personale alla Galleria M.M.Bernheim Jeune Editeurs d’Arts di Parigi, ricevendo apprezzamenti entusiastici.  Rientrato in Italia nel giugno 1930 espose, con discreto successo,  a Bottega d’Arte alcuni lavori realizzate in Francia.

Verso la fine del 1931 decise di trasferirsi con la famiglia a Roma. Nei due anni di permanenza nella capitale, ebbe modo d’incontrare personalità di spicco  della cultura e dello spettacolo.

Sino al 1958 abitò a Firenze, diventando membro dell’Accademia delle Arti del Disegno .  Nel 1960 espose nella Sala della Cultura di Rosignano Solvay (Livorno) nell’ambito di una manifestazione organizzata dall’Università Popolare.

Nel 1962 inviò le proprie opere a Venezia, Roma, Verona e Pontedera. La scomparsa della moglie nel 1969 lo gettò in un profondo sconforto. La sua forte fibra cominciò così a indebolirsi e, nel 1974, morì Livorno per una grave forma di broncopolmonite.

 

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