Issupoff Alessio (1889-1957). Biografia. Quadri in vendita.

Alessio Issupoff nacque a Viatka, nella Russia settentrionale, il 10 marzo 1889. Sin da giovane fu un carattere serio e riflessivo, un naturale osservatore della realtà che lo circondava. Il padre gli insegnò il lavoro di falegname. Fu però la pittura la via che scelse: terminate le scuole, per qualche tempo aiutò Anastasio Cernogoroff, pittore di immagini sacre. I genitori lo incoraggiarono in questa sua passione. Con i suoi mezzi, attraverso cioè la vendita di alcuni quadretti agli abitanti della propria città, riuscì a recuperare i soldi per trasferirsi a Mosca e frequentare, dal 1909, i corsi dell’Accademia. L’anno successivo mandò  qualche sua opera alla mostra promossa dall’Unione degli Artisti Russi che si tenne a Mosca e a Pietroburgo.

Uno dei suoi professori , Serov, famoso ritrattista (si ricordi a questo proposito il ritratto dello Zar Nicola II e delle principesse della famiglia imperiale, delle danzatrici Ida Rubistein e Anna Pavlova).  Come il suo maestro, anche Issupoff ebbe modo di vedere gli ambienti russi più signorili, potendo così apprezzare non solo le opere custodite nei musei ma anche quelle delle raccolte private.

La naturale sensibilità accompagnata alla capacità pittorica acquisita fecero sì che ben presto cominciasse a vendere alla mostre studentesche a cui era invitato. Si trattava di opere che preparava nel suo studio a Mosca o che faceva a Viatka durante le vacanze. Presto ebbe anche alcuni committenti tra cui due mercanti d’arte italiano, il Ceccato e il Daziaro. Nel 1911 ottenne la commissione di 32 dipinti a tema sacro per una chiesa della città natale.

Nel 1913 terminò gli studi accademici.  Dopo un breve viaggio negli Urali, decise di tornare a Mosca dove conobbe la futura moglie Tamara Ivanova.  Nell’autunno del 1915 ricevette la chiamata  alle armi ed entrò in un reggimento siberiano che seguì nel Turkestan. I costumi orientali, vissuti durante il periodo militare, lo affascinarono moltissimo. Svolse le funzioni di scenografo quando nel suo reggimento si allestì un teatro.  In tale occasione, il colonnello Kaletzki, amante delle arti, gli commissionò il proprio ritratto.

Una volta congedato, gli fu impedito di tornare a Mosca. Dovette quindi organizzarsi e partecipò all’apertura di una scuola di pittura e di scultura con altri ex soldati, assumendo il ruolo di Direttore della sezione di Figura. Ciò però lo distoglieva dalla sua attività pittorica. Decise quindi di abbandonare l’incarico e di recarsi a Samarcanda per vedere e dipingere la città dalle bellissime moschee, ricca di monumenti e abitata da una popolazione pittoresca.

Gli anni passati a Samarcanda lasciarono una traccia profonda nello spirito e nell’arte di Issupoff. Nello spirito rimasero i ricordi della bellissima città e i preziosi dettami di sapienza orientale. Nel 1921 rientrò a Mosca. Qui cominciò, su incarico del vice commissario per la salute pubblica a Solovioff, a eseguire ritratti di personaggi politici e altri commissari per decorare gli uffici. Nel 1923, Issuppoff mandò venti quadri alla mostra organizzata in America dall’Associazione degli Artisti Russi. Furono vendute tutte. Questo gli permise di realizzare il desiderio di visitare l’Italia che aveva da molto tempo. Nel 1925 partì. Nel 1926 presentò a Roma per la prima volta le sue opere presso la Galleria Fiamma di Guido Guida. La mostra ebbe un enorme successo di critica e pubblico.

Antonio Mancini ebbe per lui commenti entusiastici. Quest’ultimo quindi permise a Issupoff di partecipare alla maggiori esposizioni d’arte italiane, alle Biennali veneziane del 1930 etc. Rimase quindi in Italia preferendo una vita colma di disponibilità economica e notorietà. La lontananza dalla sua Russia non tardò a farsi sentire. Questo gli provocò una profonda depressione che, accompagnata alla precaria salute, lo portò ad isolarsi dal mondo fino alla morte avvenuta nel luglio 1957.

 

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