Colacicchi Giovanni (1900-1976). Biografia. Quadri in vendita.

 

Giovanni-colacicchi-biografiaGiovanni Colacicchi  nasce ad Agnani nel 1900 in una famiglia di proprietari terrieri.

Frequenta il Seminario  ed è destinato alla vita sacerdotale.

A 16 anni  però si trasferisce a Firenze da uno zio e qui, grazie ad Amalia Zanotti,  si appassiona alla pittura continuando gli studi artistici nonostante la disapprovazione della famiglia.

Terminati il liceo, nel 1919, attraverso il pittore Geraldo Cepparelli, , conosce Raffaele De Grada e si accorge che esiste un altro modo di dipingere  seguendo lo stile di Cézanne e dei Primitivi italiani.

 A Firenze nel 1922 apre il suo primo studio in una casa di Borgo San Jacopo.

L’anno successivo insieme a Francesco Fianchetti, considerato dal Colacicchi il suo vero e unico maestro di pittura,  visita a Napoli  il Museo archeologico e gli affreschi di Hans von Marées alla Stazione Zoologica.

Conosce poi Giorgio de Chirico  grazie al quale inizieranno per lui gli anni della Metafisica che sfoceranno, l’anno successivo in Melanconia, il primo capolavoro.

Nel 1928, in gennaio, con Rand Herron fa un viaggio a Siracusa, Malta, Tripoli, Tunisi dal quale riporta disegni ed emozioni che si rifletterannno nei paesaggi e nelle nature morte.

Nel 1930 allestisce la sua prima personale nella Saletta Fantini di Firenze riscuotendo grande successo di critica e pubblico.

Due anni più tardi partecipa alla XVIII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia  con  nove opere.

Tra queste si ricordino : Orfeo, Amazzoni ferite (acquistata dall’architetto Piacentini), AutoritrattoVecchio tirassegno e Sera di settembre.

Nel 1937 con la compagna Flavia Arlotta e il piccolo Piero si trasferiscono a Roma.

Qui sarà ospite nello studio di Renato Guttuso conosciuto alla Galleria della Cometa di proprietà della Contessa Pecci  Blunt che gli acquisterà  un’opera introducendolo  così nel suo salotto.

Il 1 febbraio del 1938 allestisce presso la Cometa un’importante personale con un catalogo introdotto da Eugenio Montale.

Partecipa poi alla Biennale di Venezia con una sala di undici opere fra le quali Il bucranio.

Esegue per il maggio Musicale Fiorentino la scena e i costumi per lo Sponsus di Fernando Liuzzi alla Pergola, e per Die Walkure di Wagner, andata in scena a giugno nel Giardino di Boboli.

Nel 1939 i Colacicchi tornano a vivere a Firenze in una casa acquistata dal suocero.

Concorre con Psiche al Premio Ussi, bandito dall’Accademia delle Arti del Disegno; ha, in questo periodo,  lo studio in via Mannelli e dà una stanza a Vasco Pratolini, impegnato nella redazione di “Campo di Marte”.

Il 25 novembre viene nominato Accademico effettivo della classe di Pittura dell’Accademia della Arti del Disegno.

Nel gennaio 1941 la Casa Editrice Vallecchi pubblica la prima monografia dedicata al pittore e curata da Raffaello Franchi.

Partecipa poi, in aprile, alla XII Mostra d’Arte Toscana tenuta a Palazzo Strozzi con tre opere.

Il 18 agosto 1942 nasce il secondogenito Francesco e madrina sarà  Nicky Mariano la compagna di Bernard Berenson.

Su incitamento di quest’ultimo, nel luglio ’46, pubblica su “Il Ponte” di Piero Calamandrei  uno scritto, Considerazioni sull’arte, in cui esprime le proprie idee sull’arte figurativa e sull’immagine.

Nella primavera del ’51 partecipa con cinque opere alla Mostra Nazionale premio del Fiorino.

Qui  ottiene un premio acquisto con una natura morta che entra a far parte della collezione della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti.

L’anno successivo diventa critico d’arte per il quotidiano “La Nazione”, incarico che svolgerà con passione per circa dieci anni.

Nel ’61 viene nominato Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno , carica che manterrà per ben dieci anni.

Nel ’62 è nominato, per un bienni, membro della Commissione Acquisti della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti.

E’ inoltre insignito del Diploma di Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica quale benemerito della scuola , della pittura e dell’arte.

Gli ultimi anni di direzione dell’Accademia non sono pero facili per l’artista: deve fronteggiare i danni causati all’Istituto dall’alluvione e la rivolta studentesca del ’68.

In occasione del IV centenario della fondazione dsella Galleria degli Uffizi  Colacicchi realizza un Autoritratto, su richiesta di Luciano Berti, ora collocato nel Corridoio Vasariano.

Giovanni Colacicchi muore a Firenze nel 1992.


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