di Paolo Manazza da Il Corriere della Sera , 21 dicembre 2015

Ovunque vi sono ricchi e nuovi ricchi, in tutti i Paesi del mondo sette su dieci mostrano interesse negli investimenti in opere d’arte. Nel 2014 la somma dei capolavori più cari venduti da Sotheby’s e Christie’s era stata di 759 milioni di dollari. Quest’anno la top ten è a un centimetro dal miliardo di dollari (996,2 milioni). E’ evidente che, sulla media, la punta dei prezzi più alti stia crescendo. Sino a quando potrà continuare questa escalation? I risultati globali sembrano fotocopiare quelli del 2014. Sotheby’s, quotata sul mercato borsistico americano e quindi necessariamente più trasparente della competitor, registra incassi internazionali dalle aste per 5,9 miliardi di dollari. Pressochè identici a quelli dello scorso anno. Senza considerare le cosiddette Private Sale ossia le vendite andate a buon fine con trattativa privata. Christie’s  tace e probabilmente diffonderà il suo bilancio 2015 a fine gennaio.  Ma è sin troppo evidente che qualcosa sta cambiando nella sua politica e nel suo approccio al mercato. L’idea del Concept Sale, ossia le vendite che raccolgono opere intorno a un tema, seguono la strategia di stimolare il mercato ma anche in un certo senso di pilotarlo. Considerazioni a parte, il 2015 si è rivelato ancora l’anno di Pablo Picasso. Il maestro spagnolo è presente con tre opere nella lista dei top ten. E conserva la corona assoluta con il suo magistrale Les femmes d’Alger (Version ‘O’) aggiudicato a maggio da Christie’s a New York per la somma stellare di 179.365.000 dollari. Al secondo posto il Nu couché dell’italiano Amedeo Modigliani volato in Cina (170,4 milioni). Poi Alberto Giacometti (141,3) e Roy Lichtenstein che con i suoi 95,3 milioni per Nurse ha centrato il nuovo record. Mark Rothko continua ad essere molto amato e Cy Twombly, scomparso nel 2011, è volato a 70,5 milioni di dollari (top price).

Della pittura post impressionista compare solo un Vincent van Gogh con un paesaggio dipinto nel 1888 battuto da Sotheby’s a maggio per 66,3 milioni. Ultimo, tra i primi, un Lucien Freud del 1994 (56,2 milioni circa). A significare la totale e completa vittoria dell’arte novecentesca, moderna e contemporanea, sul mercato attuale. In Italia i risultati mostrano chiaramente che le previsioni di crescita, nell’aria dall’anno scorso, si sono rivelate veritiere. Considerando le stesse case d’asta, il totale del fatturato che nel 2014 era di 163,2 milioni  quest’anno è stato di quasi 195 milioni di euro. Aggiungendo le nuove entrate il totale supera i 200 milioni. In cima alla classifica è tornata la filiale italiana di Sotheby’s. Vedremo ora che ci riserverà il 2016. I trend mostrano un ulteriore consolidamento del mercato su opere storiche e nuovi talenti di qualità. Buoni affari in vista solo se i collezionisti tornano a ragionare con la loro testa e soprattutto i loro occhi. Infischiandosene delle mode.