di Patrizia Maciocchi, da Il Sole 24Ore, 20 settembre 2016

 

Non è vero che un diamante è per sempre. L’ex fidanzata deve, infatti, restituire il quadro di Picasso e il brillante da 13 carati regalati dall’ex compagno per farsi perdonare uno «sgarbo». La signora però può tenersi altri dipinti di autori famosi da Klimt a Man Ray ricevuti per San Valentino e per la festa della donna. Per la Cassazione (sentenza 18280) il Picasso e l’anello hanno un valore che va oltre la liberalità d’uso e il dono depaupera notevolmente il patrimonio del donante, anche quando è decisamente cospicuo.

Entrambi gli ex innamorati hanno fatto ricorso contra la sentenza della Corte d’appello che aveva deciso per la restituzione solo del dipinto e del brillante. L’ex fidanzata voleva tenere tutto, mentre il prodigo compagno chiedeva la restituzione di 13 oggetti d’arte. La Cassazione conferma però, sostanzialmente, il verdetto della Corte d’appello. La ricorrente principale avrebbe potuto tenere l’anello, che lei stessa definisce «sfavillante» e il Picasso solo se fosse entrata in possesso di quei beni con una donazione fatta con atto pubblico (articolo 782 del Codice civile). Per la Cassazione il dono complessivo, quadro più diamante, richiedeva uno «sforzo economico» desunto anche dalla motivazione del regalo: non un dono di routine ma «un presente per ottenere il perdono a fronte di un comportamento incongruo». I cadeaux non potevano dunque ricadere nel raggio d’azione dell’articolo 770 del Codice civile comma secondo, in base al quale è considerata liberalità il regalo che si fa in cambio di un servizio o in conformità agli usi. Una norma nella quale rientrano invece gli altri beni offerti dal facoltoso fidanzato per San Valentino e la festa della donna. Senza successo il ricorrente sostiene che la norma si riferisce alla consuetudine di fare regali per festività «di conio antico» come il compleanno o il Natale.

Per la Cassazione però San Valentino, come la festa della donna non possono più essere considerate feste di serie B ma ricorrenze che si sono «imposte con indiscutibile rilevanza in Italia e nel mondo occidentale».

Quindi sono giustificati regali importanti e non solo mimose o cioccolatini come pretendeva l’ex fidanzato.

E la prova che il quadro di Klimt fosse legato al San Valentino stava, oltre che nel soggetto scelto «Amanti», in una mail che alludeva alla festa degli innamorati «in ritardo». Ma soprattutto la Cassazione ricorda che la portata economica delle elargizioni va commisurata alle condizioni dei soggetti. E nel caso esaminato entrambi, prima di finire in tribunale, si erano scambiati regali preziosi.