di Silvia Anna Barrilà, Plus24-Il Sole 24 Ore, 19 aprile 2014

 

Intervista a Massimo Sterpi

Avvocato Studio Legale Jacobacci & Associati

 

La possibilità di pagare le imposte in opere d’arte esiste non solo in Francia, dove addirittura è nato, grazie a questo schema, il Museo Picasso di parigi, ma anche in Italia, sebbene qui sia poco nota. «ArtEconomy24» ha chiesto come funziona all’avvocato massimo sterpi dello Studio Legale Jacobacci & Associati, che l’ha definita «una norma utile e tra le più avanzate nel mondo per troppi anni però dimenticata. Ora merita di essere riscoperta».

Come funziona lo schema dell’Acceptance in Lieu in Italia?

La possibilità per i contribuenti italiani (persone fisiche e giuridiche) di pagare l’imposta di successione e le imposte dirette (Irpef o Ires) mediante cessione di beni culturali e opere d’arte è stata prevista dagli articoli 6 e 7 dalla legge n.512 del 2 agosto 1982 («Regime fiscale dei beni di rilevante interesse culturale»), che hanno comportato rispettivamente l’inserimento dell’art.42-bis nel Dpr n.637/1972 («Disciplina dell’imposta delle successioni e donazioni») e dell’articolo 28-bis nel Dpr n. 602/1973 («Disciplina sulla riscossione delle imposte»). L’interesse dello Stato all’acquisizione, nonché le condizioni e il valore dei beni culturali offerti in pagamento delle imposte, vengono stabiliti con decreto del ministro dei Beni e Attività culturali insieme al ministro dell’economia, sentita un’apposita commissione di due rappresentanti del Mibact e tre del Mef. Un parere viene anche richiesto alla Sovrintendenza a cui verrebbe poi destinata l’opera.

Anche le aziende possono pagare le imposte con opere della collezione aziendale?

Sì, la cessione può essere finalizzata anche al pagamento dell’Ires.

Perchè in Italia non è una pratica nota e diffusa?

La commissione interministeriale è indispensabile per l’applicazione della legge, ma a causa di una continua riorganizzazione dei ministeri, è stata inattiva per molti anni. Nel 2010 è stata ricostituita ma ha operato solo un paio di anni. Inoltre, sono pochi i casi in cui la commissione ha acconsentito all’acquisizione. Lo Stato già in difficoltà finanziaria e alle prese con la tutela del patrimonio culturale, è poco  incentivato a far conoscere una norma che comporterebbe l’acquisto di ulteriori opere.

Quali sono le differenze rispetto al resto d’Europa?

In Inghilterra la sezione 230 dell’Inheirance Tax Act (1984) prevede lo schema dell’Acceptance in Lieu che consente ai contribuenti di pagare le tasse di successione  (ma non altre imposte) tramite opere e beni culturali di «eccezionale» importanza storica, artistica, scientifica. I criteri di valutazione sono precisati dalla legge. In Francia prende il nome di «Dation en paiment» ed è stata introdotta nel 1968. Consente di pagare le imposte di successione e della tassa patrimoniale (ma non delle imposte dirette) mediante la consegna di opere, libri, collectible o documenti di grande valore artistico o storico, mentre i beni architettonici non sono contemplati, a differenza dell’Italia.

Quali sarebbero i vantaggi di una maggiore applicazione in Italia?

Oltre a essere un’ottima opportunità per i cittadini, sarebbe un’occasione per lo Stato per arricchire il patrimonio culturale, specie nel settore dell’arte moderna e contemporanea in cui rare sono le acquisizioni da parte di Stato ed enti pubblici.

Esempi di applicazione?

In passato lo Stato ha acquistato grazie a questo schema opere di Moretto, Balla, De Chirico, Guttuso e Dorazio. Ma anche beni immobili  d’interesse storico e archeologico. Nel 2011 è stata acquisita l’opera «Bianco e nero», acrilico su cellotex del 1971 di Burri. E’ stata consegnata alla Galleria Nazionale dell’Umbria, che non aveva sue opere in collezione. Lo stesso Burri in passato aveva saldato un debito fiscale di un miliardo di lire tramite la cessione allo Stato di 11 sue opere.

Quanti sono i casi in un anno in Italia?

Tra il 2010 e il 2011 la commissione ha vagliato solo cinque proposte di cessione di i cui solo una, quella relativa all’opera di Burri, si è conclusa positivamente. Negli ultimi due anni a causa del mutevole contesto politico, la commissione non si è riunita ma ci risulta siano pervenute al mibact una decina di richieste che riguardano archivi, biblioteche, ville, quadri e sculture che sarannnno valutate quando la commissione sarà rinnovata. E’ interessante notare che in Italia non esiste limite massimo al valore delle opere che lo stato può accettare in pagamento in un anno. In Inghilterra lo Stato stabilisce un limite: per il 2012-2013 era di 30 milioni di sterline ed è stata raggiunto con 30 beni, tra cui dipinti, sculture e oggetti d’antiquariato.