Boccioni Umberto (1882-1916). Biografia. Quadri in vendita.

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Umberto Boccioni nacque a Reggio Calabria il 18 ottobre 1882.

Conseguito il diploma all’Istituto Tecnico di Catania, iniziò l’attività di scrittore e giornalista alla “Gazzetta della Sera”.

Nel 1899 si trasferì a Roma frequentando la Scuola libera del Nudo all’Accademia di Belle Arti.

Studiò, inoltre, disegno presso il cartellonista Giovanni Mataloni.

Nel 1900 conobbe Gino Severini e Giacomo Balla.

Quest’ultimo fu il suo grande maestro, introducendolo ai segreti della tecnica divisionista e allo studio della luce.

Fra il 1903 e il 1906 espose le proprie opere alla Società Amatori e Cultori, mentre nel 1905 prese parte con Severini alla Mostra dei rifiutati allestita nel foyer del Teatro Costanzi da alcuni giovani artisti uniti dalla polemica contro l’atteggiamento conservatore delle giurie ufficiali.

Nel 1906 grazie ad una borsa di studio soggiornò a Parigi; qui ebbe modo di confrontarsi con la pittura degli Impressionisti e dei Postimpressionisti.

Ben introdotto nella vita sociale della capitale, conobbe la giovane e colta signora russa Augusta Petrovna Popoff, sposata Berdnicoff.

Alla fine di agosto  Umberto Boccioni partì per la Russia, dove si trattenne per cinque mesi ospite dei coniugi Berdnicoff a Tzaritzin sul Volga, visitando Mosca, San Pietroburgo e Varsavia.

L’unico dipinto noto di questo periodo è il Ritratto di Sophie Popoff.

Agli inizi di dicembre, deluso per gli esiti del viaggio, tornò in Italia.

A Padova conobbe l’avvocato Emilio Piccoli che gli fu, spesso, di sostegno aiuto nella non facile situazione economica.

Tra il 1907 e il 1910 si dedicò alla grafica, realizzando numerosi manifesti e collaborando con alcune riviste, tra cui “L’Illustrazione italiana”.

Risale al gennaio del 1910 l’incontro con Filippo Tommaso Marinetti, con cui lavorò, assieme a Luigi Russolo e Decio Cinti, alla stesura del manifesto dei pittori futuristi pubblicato nel febbraio dello stesso anno; mentre l’11 aprile il manifesto tecnico della pittura futurista.

Nel luglio del 1910 s’inaugurò la Mostra d’estate a Palazzo Pesaro a Venezia cui Boccioni partecipò con 42 opere distribuite in due sale.

Per l’occasione Marinetti scrisse l’introduzione alla “Mostra collettiva di Umberto Boccioni”.

Nel 1912 espose in una collettiva allestita nella galleria parigina di Bernheim_Jeune, dedicata a “Les peintres futuristes italiens”.

La mostra, accolta freddamente dalla critica, ebbe come seconda sede la Sackville Gallery di Londra dove, invece, ebbe grande successo così come a Berlino, Bruxelles, e Rotterdam.

L’11 aprile del 1912 firmò il Manifesto della scultura futurista.

Nello stesso anno partecipò alla I esposizione di pittura futurista a Roma, oltre a presentare alcune sculture futuriste a La Boétie a Parigi, quindi da Sprovieri a Roma e, infine, da Gonnelli a Firenze nel 1913.

Sempre nel 1913 collaborò alla rivista “Lacerba” diretta da Giovanni Papini, strumento di diffusione delle istanze futuriste.

Si arruolò come volontario nel 1915.

Nel giugno 1916 fu ospite dei marchesi casanova a Pallanza sul lago Maggiore  per dipingere il ritratto di Ferruccio Busoni.

Richiamato alle armi dopo il congedo, Umberto Boccioni morì cadendo da cavallo a Sorte, nei pressi di Verona, il 17 agosto 1916.

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Felice Carena dipinti in vendita

Carena Felice (1880-1966). Biografia. Quadri in vendita.

 

Felice Carena nacque a Torino il 13 agosto 1880.

Terminati gli studi ginnasiali frequentò l’Accademia Albertina di Torino seguendo i corsi di Giacomo Grosso.

Nel 1906 si trasferì a Roma grazie alla vincita del pensionato artistico con il quadro La rivolta. Qui rimase per vent’anni  frequentando artisti e letterati. Nel 1909 iniziò ad esporre alla Biennale di Venezia nella sala dedicata agli artisti piemontesi. Tre anni più tardi  ebbe una sala dedicata dove radunò tutte le opere del primo periodo romano.

Nel 1919, dopo aver sposato la torinese Maria Chessa,  partecipò alla Promotrice di Torino con Contadini al sole e,tre anni dopo, organizzò, a Roma, con lo scultore Attilio Selva,  una scuola d’arte frequentata anche da Pirandello e da Capogrossi.

Nel 1922 espose alla Biennale di Venezia il dipinto La quiete che documenta il suo avvicinamento alla tradizione classica italiana  e, soprattutto, alla pittura del Quattrocento, in particolare a Masaccio e Piero della Francesca.

Dal 1924 assunse l’incarico di docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze mantenuto sino al 1945. La permanenza nella città toscana gli permise di fare amicizia con Ardengo Soffici e Libero Andreotti.

Nel 1926 la biennale di Venezia gli dedicò una personale con cinquanta dipinti; negli anni seguenti ricevette numerosi riconoscimenti: nel 1929 ottenne il primo premio Carnegie alla Mostra Internazionale di Pittsburgh con l’opera La scuola, nel 1933 fu nominato Accademico d’Italia, nel 1936 fu insignito della Legion d’onore e nel 1940 ricevette il primo premio alla Biennale.

Terminata la seconda guerra mondiale si ritirò dall’impegno accademico e, dopo i bombardamenti della sua casa fiorentina,  si trasferì a Venezia e vi rimase fino alla morte che lo colse nel 1966.

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Quadrone Giovanni Battista (1844-1898). Biografia. Quadri in vendita

Quadrone-Giovanni-Battista-immagineGiovanni Battista Quadrone nacque a Mondovì il 5 gennaio 1844.

Grazie alle agiate condizioni economiche poté assecondare le proprie inclinazioni artistiche, seguendo i corsi di Enrico Gamba e Gaetano Fetti all’Accademia Albertina dal 1861 al 1868, anno in cui vinse il concorso Triennale.

Nel 1865 esordì alla Promotrice di Torino e l’anno successivo il  Municipio subalpino acquistò  suo L’agguato .. Dopo un breve periodo trascorso a Parigi, nel 1870 si stabilì a Torino. Nel marzo del 1876 stipulò un contratto di esclusiva, a scadenza biennale, con il mercante Luigi Pisani. Fu in seguito alla gestione oculata promossa dal gallerista che la sua produzione, soprattutto incentrata su soggetti di genere e venatori raggiunse anche in Inghilterra, Francia, sud America e nell’area austro-ungarica, quotazioni elevatissime.

Proprio la passione per la caccia lo richiamò nel 1876 in Sardegna dove, sette anni più tardi, cominciò a dedicarsi alla raffigurazione di scene e paesaggi di vita isolana. Tra questi, Ronzino sardo e Una vecchia berlina, furono acquistati dal Municipio torinese nel 1888 e 1890. Poco più tardi sperimentò due nuovi filoni tematici come la vita del circo e l’intimismo domestico. Nel 1892 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna acquistò Ritorno e nel 1896 e nel 1898 si trovò nel ballottaggio finale per l’assegnazione del premio degli Artisti alla Triennale. Nel 1897, a Firenze, ottenne il primo premio di Pittura con l’opera Il tempo minaccia. Morì a Torino nel 1898.

 

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Panerai Ruggero (1862-1923). Biografia. Quadri in vendita.

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Ruggero Panerai nacque a Firenze il 19 marzo 1862. Compì gli studi presso L’Accademia di Belle Arti e, dal 1880, iniziò a frequentare lo studio di Giovanni Fattori. All’inizio della sua attività dipinse soggetti di vita militare e scene maremmane che risentivano dell’influenza fattoriana. Ricordiamo, del  1885 le grandi tele Il ritorno dalle corse alle Cascine e Il passaggio degli artiglieri in piazza San Gallo,  che ricordano la pittura di Giuseppe De Nittis. Due anni più tardi, in occasione dell’Esposizione Artistica Nazionale di Venezia, con il Guado ottenne, oltre ad un grande successo di pubblico, l’elogio da parte del Fattori. L’acquisto del dipinto da parte della Galleria d’arte moderna di Firenze contribuì ad ampliare la sua notorietà. Nello stesso anno, a Milano, Il cavallo malato gli procurò il premio Fumagalli.

L’intera produzione, risentì dell’influsso fattoriano e della poetica carducciana. Nel 1888 espose il dipinto Mazeppa a Bologna, dove fu nominato professore dell’Accademia di Belle Arti. Nel 1890 presentò Una stalla di vacche alla Promotrice fiorentina e collaborò con Renato Fucini, illustrando la novella Sereno E Nuvole facente parte delle Veglie di Neri. Nel 1892 realizzò il famoso dipinto Una sera premiato a Firenze. Morì a Parigi nel 1923.

 

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Grubicy de Dragon Vittore (1851-1920). Biografia. Quadri in vendita.

Vittore-Grubicy-De-Dragon-fotoVittore Grubicy De Dragon nacque a Milano nell’ottobre del 1851 da nobile famiglia di origine ungherese.

A 19 anni, dopo la morte del padre, abbandonò gli studi umanistici intrapresi presso il Convitto Nazionale di Sondrio per recarsi a Londra dove, grazie ai contatti con numerosi galleristi, divenne ben presto mediatore di opere d’arte. A 25 anni acquistò una galleria a Milano coinvolgendo anche il fratello Alberto. Inizialmente tentò di promuovere all’estero le opere di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, poi anche quelle di Giovanni Segantini.

Nel 1884 iniziò l’attività artistica personale con una serie di schizzi raffiguranti paesaggi olandesi. Due anni più tardi avviò la collaborazione con la testata romana “La Riforma” sulla quale recensì mostre artistiche nazionali ed internazionali.  Con la vendita del dipinto di Segantini Alla Stanga allo Stato Italiano, la galleria Grubicy, tra maggio e ottobre del 1888, poté prendere parte all’Italian Exhibition di Londra presentando opere di Cremona, Ranzoni, Segantini, Morbelli, Troubetzkoy e Tominetti. Nell’occasione venne pubblicato il catalogo: Alberto Grubicy’s Picture Gallery. Italian Exhibition in London.

L’anno successivo fu presente all’Esposizione Universale di Parigi. Le frequenti divergenze tra i fratelli sulla gestione della galleria, portarono, però, allo scioglimento della società. Tra il 1890 e il ‘92 Grubicy si dedicò, soprattutto, all’attività di pittore paesaggista subendo l’influenza della grafica giapponese. In seguito abbracciò la corrente divisionista, partecipando nel ‘91 alla I Esposizione Triennale di Belle Arti di Milano.

Tra il 1893 e il ‘94 realizzò varie acqueforti e alcune vedute di Milano. Durante gli inverni trascorsi a Miazzina presso l’abitazione del pittore Tominetti, dipinse vedute del Lago Maggiore e delle montagne vicine, tra cui Notte lunare - Mare di Nebbia, Dalla finestra e Sinfonia crepuscolare. Nel ‘97 espose alla II Biennale di Venezia il trittico Inverno in montagna. L’anno successivo incontrò a Milano il suo primo importante collezionista, il banchiere Luigi Della Torre. Tra le diverse esposizioni in Italia e all’estero, nel 1910 partecipò anche  all’Internazionale di Buenos Aires.

Risale all’anno successivo l’incontro con Arturo Toscanini, destinato divenire suo più importante collezionista.

Morì a Milano nel 1920 lasciando la propria raccolta alla Civica Galleria d’Arte Moderna.

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Carcano Filippo (1840-1914). Biografia.

 

Filippo-Carcano-autoritrattoFilippo Carcano nacque nel 1840 a Milano.

A 15 anni si iscrisse all’Accademia di Brera, frequentando il corso di pittura sotto la guida di Francesco Hayez e poi di Giuseppe Bertini.

Debuttò nel 1862 alla mostra annuale dell’Accademia con il dipinto Federico Barbarossa e Enrico il Leone a Chiavenna.

Questo gli  valse il premio Canonica per pittori lombardi dell'800 e 900.

Poco più tardi dipinse La piccola fioraia, imprimendo una decisa svolta ai suoi orientamenti pittorici attraverso una maggiore attenzione agli effetti cromatici e luminosi e una più fedele resa del vero.

Tale cambiamento raggiunse il culmine nelle due opere presentate a Brera, Una lezione di ballo e Una partita al bigliardo.

Tali dipinti furono però giudicati dalla critica troppo realistici e simili ad una foto.

Agli inizi degli anni ‘80, dopo aver finalmente ottenuto importanti riconoscimenti, come la nomina a socio onorario di Brera (1874) e la vincita del premio Mylius con il dipinto Buon cuore infantile (1878), iniziò ad avere successo anche all’estero.

Si dedicò alla pittura di paesaggio realizzando numerose vedute della campagna lombarda e del Lago Maggiore.

Si ricordino infatti  Pietra papale e Pianura lombarda e Strada al Mottarone.

Oramai celebre, nel 1881 all’Esposizione Nazionale di Belle Arti, presentò un dipinto a forti noti sociali: L’ora del riposo durante i lavori dell’Esposizione del 1881.

L’anno successivo vinse il Premio intitolato al Principe Umberto con Piazza San Marco a Venezia.

Seguirono numerose partecipazioni ad esposizioni nazionali ed internazionali, intervallate da spericolate escursioni su nevai e ghiacciai della Svizzera.

Filippo Carcano morì a Milano nel 1914.

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Antonio De Witt quadri in vendita

De Witt Antonio (1876-1967). Biografia. Quadri in vendita.

 

Antonio Antony de Witt nacque a Livorno il 22 febbraio 1876. Maturò l’amore per la pittura grazie alla frequentazione di Giovanni Fattori e Silvestro Lega spesso ospiti nelle tenute dei Gioli e dei Tommasi.

Si legò particolarmente ad Adolfo dal quale ricevette consigli e insegnamenti sullo studio dal vero secondo i canoni macchiaioli.  E’ molto probabile infatti che De Witt compia le sue prime prove pittoriche tra il 1890 e il 1895 con i dipinti Case sotto la neve a Ferentina  e Ruscello in primavera.

Frequentò il liceo G. B. Niccolini, dove conobbe Giovanni Pascoli che insegnava latino e greco, di cui divenne ben presto uno degli allievi preferiti.

Con Attilio Pratella ed Adolfo Tommasi partecipò all’allestimento grafico della terza edizione di Myricae (1894).

La sua prima apparizione in pubblico risale al 1891 quando presentò alla Promotrice di Torino Ruscello in primavera; il dipinto, che gli procurò le lodi di Signorini, fu acquistato dal Re per la Galleria d’Arte Moderna di Firenze.

Nel ’97 conseguì la laurea in Scienze fisiche e naturali con una tesi in anatomia.

Seguirono numerose partecipazioni a diverse rassegne: Triennale di Brera (1894), II Biennale di Venezia (1897) ed Esposizione Nazionale di Torino (1898). A seguito delle improvvise difficoltà economiche, si impiegò come insegnante di storia naturale. Lasciata così la Toscana, si trasferì per due anni, fino al 1900. Nel 1901 partecipò per la prima volta  all’Esposizione Internazionale di Venezia e, successivamente, si spostò in Sardegna dove conobbe Carlotta Palombella che sposò nel 1907.

Realizzò in questo periodo Pomeriggio di primavera in Sardegna che presentò  nel 1903 a Venezia riscuotendo consensi da parte della stampa.

 La Galleria d’Arte Moderna di Roma lo acquistò. Nel 1907 sperimentò la tecnica della xilografia con esiti notevoli - si ricordi i Simulacri de la Morte - grazie agli insegnamenti dell’illustratore  Borricelli. Tornato in Toscana si stabilì a Lucca cominciando a frequentare Moses Levy e Lorenzo Viani. Qui realizzò Piazza Lucca (1916), il Bagno delle educande(1917), il famoso Autoritratto con sfondo di case a Lucca (1916), oltreché svariate xilografie.

La morte prematura della moglie lo spinse ad abbandonare l’Italia; si recò in Argentina (1920 e ‘25) dal fratello Alessandro, in Africa (1926), quindi in Germania, Olanda e Norvegia. Rientrato in Toscana, nel 1918, espose ancora per due anni a Venezia prima di ritirarsi dalla scena pubblica. Nel 1928 si stabilì a Firenze e divenne direttore del Gabinetto di disegni e stampe degli Uffizi. Continuò a dipingere e a incidere, oltre a scrivere, tra il 1932 e il ’43, più di 100 articoli per “La Nazione. Nel frattempo si sposò con la compagna norvegese Sigrid Ferrè (1932) e pubblicò il catalogo delle stampe e dei disegni conservati agli Uffizi (1938).

Nel 1962 presso il centro culturale Olivetti a Ivrea gli fu dedicata un’importante mostra retrospettiva.

Tre anni più tardi eseguì le illustrazioni per l’edizione nazionale della Divina Commedia e successivamente dell’Orlando Furioso.

Morì nel giugno 1967 pochi mesi dopo l’alluvione fiorentina che aveva distrutto carte, opere e materiali conservati nella sua casa studio di Pizza Donatello. 

 

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edoardo gordigiani vendita quadri

Gordigiani Edoardo (1866-1961). Biografia. Quadri in vendita

Edoardo Gordigiani nacque a Firenze il 18 gennaio 1866 dal pittore Michele, figlio del famoso compositore di musica Luigi Gordigiani. Trascorse i primi anni tra Firenze e la campagna circostante: Bellosguardo, Montughi e Striano in Mugello.

Terminati gli studi al Domengé entrò nel 1880 nel Collegio militare di Firenze, dal quale uscì un anno dopo per frequentare l’Accademia di Belle Arti. Qui, sotto la guida di Rivalta e Ciaranfi terminò la sua preparazione artistica, sempre però seguendo la lezione di Giovanni Fattori. Nel 1885 Gordigiani dipinse una testa di contadino grande al naturale e per la prima volta il padre Michele, da sempre ostile alla sua inclinazione artistica, dovette riconoscerne le grandi capacità. Nello stesso anno il pittore fiorentino strinse amicizia con Egisto Fabbri e Alfredo Müller . Con quest’ultimo si recò in Francia avendo così la possibilità di apprezzare gli impressionisti francesi, soprattutto Cézanne.

La prima rassegna a cui prese parte fu nel 1880 in occasione della Promotrice Fiorentina dove espose il dipinto Nevicata, non ben accolto dalla critica.

Nel 1893 si recò a New York dove conobbe Eleonora Duse e le fece un ritratto. Presentò quest'ultimo  nel 1895 alla Galleria di Durand Ruel ed ebbe un tale successo che l’anno successivo lo presentò all’Esposizione annuale di New York.

Nonostante i successi ottenuti oltre oceano Edoardo fece ritorno in Italia definitivamente nel 1900 stabilendosi a Villa Vorsé a Settignano.

In questo periodo la pittura di Gordigiani subì un profonda metamorfosi: non seguì più la corrente, di ispirazione classica, del padre né quella macchiaiola di Fattori e neppure quella cézanniana di Müller ma diventò una pittura fatta di emozioni personali di origine impressionista.

Nel 1906 si trasferì a Pisa dove rimase fino al 1915, anno in cui rientrò a Firenze ed allestì una personale a Palazzo Antinori.

 Divise lo studio paterno con il pittore Federico Andreotti e l’amico Alfredo Müller.

La notorietà arrivò con l’esposizione fiorentina del 1937 in via Ricasoli dove finalmente riuscì a vendere l'intera produzione. Due anni più tardi ottenne la medaglia d’oro all’Esposizione internazionale di Parigi.

Morì nel 1961 a Popolano di Marradi.

 

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Gelati Lorenzo (1824-1899). Biografia. Quadri in vendita.

Lorenzo-Gelati-fotoLorenzo Gelati nacque a Firenze nel 1824. Allievo di Carlo Markò padre, esordì alla Promotrice fiorentina nel 1848 con l'opera Veduta del Forte di S. Miniato al Monte. L’anno successivo presentò all’Accademia la Veduta del Valdarno, chiara testimonianza di pittura dal vero. Frequentatore del Caffè Michelangelo, nel 1852 ne decorò la sala degli artisti con i dipinti murali Tramonto e Ruderi con la luna. Due anni più tardi lavorò molto a Staggia, nella campagna senese, insieme agli amici Carlo e Andrea Markò, Emilio Donnini, Serafino De Tivoli, Carlo Ademollo, Alessandro La Volpe e Saverio Altamura.Nel 1858 presentò alla Promotrice di Genova la prima vera e propria Veduta di Firenze. Nel ‘73 partecipò alla Mostra degli Amatori e Cultori con tre paesaggi toscani. Ebbe costanti rapporti con il gruppo macchiaiolo. Nel 1860 a Seravezza dipinse con Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca e Cristiano Banti. Fu spesso ospite nella tenuta di Diego Martelli a Castiglioncello e, nel 1872, incontrò a Venezia Signorini, Federico Zandomeneghi, Fattori e Borrani.

Morì a Firenze nel maggio 1899.

 

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Sartorio Giulio Aristide (1860-1932). Biografia. Quadri in vendita.

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Giulio Aristide Sartorio nacque a Roma l’11 febbraio 1860 da una famiglia originaria di Novara. Avviato dal padre, il pittore Raffaele, alla pittura, ottenne fin da subito numerosi consensi: già nel 1879 fu in grado di mantenersi uno studio in via Borgognona.  All’età di 20 anni, grazie all’amico A. Sommaruga, fece la conoscenza di d’Annunzio, Carducci e Scarfoglio. Iniziò a collaborare alla “Cronaca bizantina”, rivista quindicinale a carattere letterario-sociale-artistico. Dopo aver viaggiato in tutta Europa alla fine degli anni ’80 si recò in America Latina, nel Medio e Estremo Oriente. Il soggiorno a Parigi, condiviso con Francesco Paolo Michetti, durante il quale ebbe modo di studiare da vicino l’opera dei paesaggisti francesi, favorì il sorgere di un interesse per la pittura naturalistica e per la raffigurazione degli animali. Negli anni ’90 la pittura preraffaellita lo entusiasmò al punto da scrivere due saggi: uno su Edward Burne-Jones e l’altro su Dante Gabriel Rossetti. Nel 1896, di ritorno da Weimar dove era stato ospite dal Granduca Carlo Alessandro, fondò il gruppo “I Venticinque della Campagna Romana” con Enrico Coleman, Onorato Carlandi e A.Reggio. Nel 1915 partì per la guerra ma ferito a Lucinico, fu fatto prigioniero per due anni a Mauthausen. Liberato per intervento di Benedetto XV tornò al fronte ma solo per dipingere la vita dei soldati. Dopo il conflitto si recò nuovamente in Egitto, Siria e Palestina realizzando numerosi paesaggi. Nel 1930 partecipò per l’ultima volta alla Biennale di Venezia. Morì a Roma nel 1932.

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